Ancona, 8 settembre 2020 - Roberto Mancini, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università di Macerata, è l’aspirante governatore al timone del movimento di impegno civile "Dipende da noi".
Approfondimento Lo speciale elezioni
Voto utile. Cosa significa per lei? "Nelle Marche assistiamo ad una cristallizzazione del sistema di potere: dopo il mandato del presidente D’Ambrosio, con Spacca e Ceriscioli c’è stata la decadenza. La destra, che è estrema, è antidemocratica nel suo dna. Spesso destra e sinistra fanno blocco rappresentando due posizioni della stessa logica. Il voto utile per noi significa introdurre un elemento diverso, soprattutto nel metodo, coltivando la democrazia nella cittadinanza organizzata, nei territori. Il nostro è un modo diverso di fare politica".
Perché l’entrata di «Dipende da noi» in Regione sarebbe una piccola rivoluzione? "Più che altro un seme di rivoluzione, l’inizio di una rinascita della democrazia. Faremo assemblee periodiche in ogni provincia per raccogliere i bisogni dei cittadini, facendo da sintesi per portarli in Regione. In Consiglio saremo il pungolo nei confronti di chi governa, costante, affinché si attenga alle richieste del territorio. No all’autoconservazione dei partiti, sì all’ascolto, quello vero, delle persone".
Chi pensa siano i vostri elettori? "Dagli incontri che svolgo, i delusi dal centrosinistra, che in passato hanno creduto nel Pd e oggi sono stanchi del voto utile inteso al vecchio modo; poi chi non crede nel sistema partitico e non sarebbe andato a votare. E tante persone del volontariato sociale, diffuso nelle Marche, appartenenti ai settori dell’educazione e della solidarietà".