
Payback dispositivi medici, scoppia il caso Emilia Romagna (immagine di repertorio)
Bologna, 27 gennaio 2025 – La Regione Emilia Romagna ha convocato un tavolo con le aziende di dispositivi medici per valutare con loro quale sia la soluzione più efficace sulla richiesta dell'Emilia-Romagna di pagamento del payback entro 30 giorni.
AGGIORNAMENTO / La Regione proroga la scadenza
Infatti la controversa procedura avviata dalla regione di richiesta di pagamento del payback aveva provocato reazioni contrariate da parte dei rappresentanti delle aziende di dispositivi medici che hanno espresso preoccupazione, definendo l’atto come grave e contrario alle regolamentazioni stabilite.
Non solo, Confindustria Dispositivi Medici ha annunciato l'intenzione di procedere per via legale a ha rivolto un appello al Governo e alle Regioni affinché non seguano l'esempio con altri provvedimenti simili.
Cos’è il payback sanitario
Il payback sanitario è un meccanismo che prevede il recupero di una parte dei pagamenti effettuati alle aziende produttrici di dispositivi medici nel caso in cui la spesa complessiva superi un determinato tetto stabilito dalle Regioni. In sostanza, le aziende devono "restituire" una quota del loro fatturato quando si verifica uno sforamento rispetto al budget previsto.
La diffida alla Regione Emilia Romagna
Conflavoro Pmi Sanità ha diffidato in mattinata la Regione Emilia-Romagna dal procedere con la richiesta di pagamento del payback sanitario. Lo rende noto l'associazione, che in precedenza in un comunicato aveva parlato, per bocca del presidente Gennaro Broya de Lucia, di “una decisione autolesionistica, giustificata attraverso motivazioni pretestuose come 'atto dovuto’, finalizzate a prevenire eventuali contestazioni per danni erariali”. Secondo Broya, “le aziende del nostro comparto sono tutt'altro che al sicuro, a partire da quelle del distretto di Mirandola, fiore all'occhiello della produttività biomedicale emiliana, primo in Italia e secondo in Europa”.
Giampaolo Austa, del legal team di Conflavoro Pmi Sanità (che associa oltre 160 aziende sulle circa 4.600 in Italia), parla di “un'evidente elusione delle sospensive cautelari emanate dal Tar a favore della maggior parte delle aziende coinvolte”. E avverte: “Se la Regione Emilia-Romagna decidesse di procedere con le compensazioni, sarà la magistratura penale a valutare le responsabilità per la violazione delle sospensive”. Broya, che definisce il payback “una sorta di mega patrimoniale retroattiva ideata dal governo Renzi” che “rischia di infliggere un colpo mortale alla maggior parte delle imprese italiane che riforniscono le strutture ospedaliere”, avverte: “La Regione risponda alla nostra richiesta urgente di incontro o si ritroverà sommersa da centinaia di cause”.