
Massimo Fabi, assessore regionale alle Politiche per la salute
"Non essendo arrivata la soluzione richiesta dall’esecutivo nazionale, e per non infrangere i termini di legge, la Regione – si fa sapere in una nota – deve inviare alle imprese la richiesta di pagamento del payback sui dispositivi medici, atto a questo punto dovuto". Paiono proprio non esserci rimedi al pagamento di questo pesante ’balzello’ che dal luglio 2022 sta tenendo in sospeso le aziende biomedicali d’Italia, che hanno nel distretto mirandolese il loro fulcro. In assenza di un intervento del Governo, la Regione Emilia-Romagna farà dunque partire gli avvisi di pagamento alle aziende.
"Non abbiamo alternative, di fronte a un quadro normativo che non è cambiato e al fatto che nella nuova Legge di Stabilità non c’è nulla – spiegano Massimo Fabi e Vicenzo Colla, rispettivamente assessore alle Politiche per la salute e vicepresidente della Regione con delega alle Attività produttive –. Se non venisse fatto, sarebbe inevitabile la contestazione di danno erariale a nostro carico. Vogliamo ricordare però che, in sede di Conferenza delle Regioni e nei rapporti con il Governo, l’Emilia-Romagna, in accordo con le aziende, ha chiesto ripetutamente l’abrogazione del meccanismo, a salvaguardia della tenuta del Sistema sanitario nazionale e della tutela della salute delle persone, oltre che per scongiurare il determinarsi di una situazione di incertezza per le imprese e la filiera del biomedicale".
I timori sono tanti, anche perché la mancata abrogazione del payback che oggi avrebbe valore retroattivo sui bilanci delle società, chiamandole a partire dal 2015 a concorrere al ripiano degli sbilanci sanitari delle Regioni, scoraggerebbe gli investitori internazionali (molte aziende sono in mano straniera ndr), bloccherebbe i loro piani di ricerca e sviluppo ed esporrebbe a seri rischi di tenuta le aziende più piccole.
"Da anni – fanno sapere Fabi e Colla – ci battiamo insieme alle imprese a tutela di una filiera strategica per l’Emilia-Romagna e non intendiamo fermarci: pronti a chiedere un nuovo incontro all’esecutivo insieme alle associazioni di rappresentanza del comparto. Convocheremo al più presto il tavolo regionale istituito con le aziende". Le imprese però non ci stanno, convinte di avere già contribuito. "La partita sul payback è ancora aperta – fa sapere l’amministratore delegato di Eurosets di Medolla Antonio Petralia –. Siamo in attesa che il Tar del Lazio si pronunci entro febbraio sulle restanti parti del ricorso fatto a suo tempo. Il comparto biomedicale è già stato fortemente penalizzato perché il Tar del Lazio a inizio dicembre 2024 ha respinto la richiesta di annullamento delle aziende biomedicali del decreto legge che ha istituito il fondo dei dispositivi medici. Sentenza immediatamente esecutiva che ha comportato il pagamento entro lo scorso dicembre di una ‘gabella’ pari allo 0.75% del fatturato effettuato nei confronti del SSN. Credo, pertanto, che il comparto biomedicale abbia già ampiamente contribuito".
Alberto Greco