
La professoressa Rita Cucchiara
Modena, 23 maggio 2025 – Nella lunga corsa alla successione dell’attuale rettore Carlo Adolfo Porro, per la prima volta nella storia dell’università di Modena e Reggio Emilia ci sarà anche una donna. E’ la professoressa Rita Cucchiara, ingegnere elettronico e un passato di 27 anni all’interno di questo ateneo. Professoressa ordinario dal 2005 di Sistemi di Elaborazione dell’Informazione, dal 2021 dirige il Centro Interdipartimentale AI Research and Innovation (Airi) di Unimore.
Prima ancora dal 2018 al 2021 è stata direttore del Centro Nazionale di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti (AIIS) del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica e dal 2017 componente del Cda dell’Istituto Italiano di Tecnologia.
Professoressa come è maturata la decisione di candidarsi? "Ho deciso di candidarmi perché credo profondamente nell’università come istituzione pubblica e in Unimore. Questo Ateneo, insieme al territorio, mi ha dato moltissimo, la carriera, la possibilità di sviluppare un polo riconosciuto nell’innovazione digitale e una rete internazionale di rispetto. È tempo di restituire, con la concretezza e la credibilità che industria e istituzioni mi riconoscono".
Quali le priorità per il prestigio dell’Ateneo? "Dobbiamo lavorare su tre piani. Il primo è nella ricerca internazionale con un piano di sostegno a giovani ricercatori e PhD, valorizzazione del merito, cultura della ricerca, alleanze internazionali di prestigio con l’Europa ma anche il middle- far East, il Canada e gli Usa. Giovani colleghi sono pronti per creare con me una rete di ambasciatori scientifici di Unimore nel mondo. Così risolleveremo la nostra reputazione nei ranking internazionali, ultimamente piuttosto offuscata. Il secondo è il legame con il territorio per rafforzare il rapporto con imprese e sistema sanitario locale, promuovendo iniziative co-progettate con attori istituzionali e produttivi. Terzo il prestigio interno: i dati mostrano una bassa soddisfazione amministrativa. Occorre lavorare sul benessere del personale, sul welfare per chi arriva da fuori o costruisce una famiglia, su servizi che migliorino concretamente la vita quotidiana di chi lavora in Unimore e sull’efficienza dei processi".
Quale visione per gli studenti e il diritto allo studio? "Gli studenti sono il presente, non solo il futuro. Va consolidata l’organizzazione didattica per alti obiettivi: corsi innovativi, pianificazione seria degli appelli, valorizzazione della presenza in aula, ma trasformata da efficaci strumenti digitali. Il diritto allo studio è ripensamento dei livelli di contribuzione più equi per le famiglie di oggi, supporto economico in tutto il percorso e sostegno al merito con corsi "honor". Mi impegnerò per servizi moderni: mense, biblioteche aperte, zone verdi, spazi di incontro, piani casa. Unimore deve significare vivere bene e crescere, umanamente e professionalmente".
Come fare di Modena e Reggio vere città universitarie? "Modena e Reggio ancora non lo sono pienamente. Una città universitaria è tale quando l’università è parte integrante del disegno urbano e sociale. Unimore può e deve essere protagonista nella programmazione strategica delle città: mobilità, alloggi, sostenibilità, eventi culturali, grandi progetti. Siamo una comunità di oltre 26.000 studenti, più di 3.500 tra dottorandi, specializzandi e assegnisti, 800 tecnici-amministrativi, oltre 1.000 docenti. Vogliamo costruire valore pubblico: è il nostro compito, la nostra missione più alta".