
Rita Cucchiara
Nel voto del 16 giugno che impegnerà i circa 1.800 elettori della nostra università, a contendere al professor Tommaso Fabbri del Dipartimento di Economia la successione a rettore per i prossimi 6 anni c’è Rita Cucchiara, ingegnere elettronico, ordinaria dal 2005 di Sistemi di Elaborazione dell’Informazione, che dal 2021 dirige il Centro Interdipartimentale AI Research and Innovation di Unimore. Prima ancora dal 2018 al 2021 è stata direttore del Centro Nazionale di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica e dal 2017 componente del cda dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.
Il 4 giugno due docenti che si sono conquistati il diritto al ballottaggio arrivarono separati da una manciata di voti. Quali certezze le ha consegnato il risultato?
"Mi ha dato la conferma, preziosa, del supporto dei tanti che hanno votato le mie linee programmatiche, a cui va la mia riconoscenza. L’entusiasmo degli elettori e il consenso trasversale del territorio mi ha dato energia e rinsaldato la convinzione che serva un cambio di passo concreto".
Cosa pensa utile approfondire per allargare il suo consenso? "La mia campagna si è distinta per il capillare confronto con tutte le componenti dell’ateneo e continuo nella stessa direzione con attenzione al corpo studentesco, il bene più prezioso, e ai colleghi tecnici ed amministrativi. Sottolineo quanto sia importante una squadra giovane ed autorevole, che mostri finalmente il superamento del gap di genere, a partire dalla leadership, colleghe e colleghi che come me vogliano mettersi in gioco non per conservare status-quo e privilegi, ma per innovare: ricerca di impatto come garanzia per una didattica di qualità e per trasformare la società. Unimore ha una docenza multidisciplinare: abbiamo una riconosciuta tradizione umanistica, a cui bisogna garantire libertà di studio e formazione innovativa, strategica per la costruzione della società basata su forti valori, pace, cultura, l’inclusione, collaborazione con la pubblica amministrazione. Abbiamo alte competenze Stem, molto richieste nel nostro territorio: scienze dure e tecnologie ingegneristiche sono una forza qualificante a cui dobbiamo garantire continuità e una visione verso le nuove sfide, per sostenere l’innovazione nel nostro Paese. Infine, i nostri 850 anni di storia hanno la Medicina come costante di tradizione e di impegno. Sto lavorando con i colleghi e con gli enti del territorio affinché l’università sia protagonista di un tavolo di lavoro continuativo con lle aziende sanitarie, i Comuni e la Regione, che abbia come cardini una formazione di eccellenza per medici e specializzandi che coniughino ricerca ed assistenza, professionisti sanitari ed infermieri; laboratori adeguati e nuove iniziative ed impegno congiunto per il benessere organizzativo nelle strutture sanitarie.
I nuovi alloggi per università alle ex Corni: che ne pensa?
"Proposte di alloggio a cifre inaccettabili sono insostenibili per le famiglie e controproducenti per l’ateneo. Gli studentati sono una priorità del mio programma. Malgrado i meriti del Rettore nella raccolta di finanziamenti pubblici del Pnrr, in questi anni la coprogettazione università e territorio è stata labile. Dobbiamo attivare una forte cooperazione con tutti gli attori pubblici e privati per il Piano Casa, con un ateneo autorevole seduto al tavolo sin dal primo giorno, per realizzare vere città universitarie e per iniziative edilizie dell’Ateneo, solo se sostenibili. L’ obiettivo: alloggi dignitosi a prezzi calmierati con infrastrutture, aree studio, lavanderie, mense. La qualità dell’ateneo si misura dalla qualità di vita che offre agli studenti, ma anche ai colleghi e al personale amministrativo fuori sede". Università italiane penalizzate nei ranking internazionali".
Cosa manca per essere competitivi e innalzare il prestigio della nostra università?
"La mia esperienza ha dettato le priorità del programma verso l’autorevolezza scientifica dell’ateneo: mi adopererò perché tutti abbiano il supporto necessario per sfidare la competizione internazionale con un radicale cambiamento di rotta giustificato dall’evidenza del rallentamento di Unimore. Tutti i ranking internazionali ci vedono purtroppo in discesa. È il momento di guardare oltre, pensare in grande e impegnarsi con coraggio verso una nuova dimensione, puntando sui giovani, sull’attrazione di studenti e di talenti e su partnership con atenei di prestigio mondiale. Ma Phd e ricercatori motivati non bastano: dobbiamo anche rialimentare il tessuto connettivo di tecnici ed amministrativi incentivati, copartecipi riconosciuti e supportati nella loro crescita. Solo con un convinto impegno di squadra si può vincere questa sfida vitale. La sto costruendo con impegno, e c’è bisogno dell’apporto di tutti".
Quattro sostantivi per identificare le direttrici strategiche del suo mandato?
"Comunità, ascolto, ricerca e rinnovamento sostenibile".