MONICA RASCHI
Cronaca

Infermiere costretto a dormire in auto: “Traffico e mancanza di parcheggi, è l’unica soluzione”

La storia di Alberto, 40 anni: lavora al Rizzoli di Bologna e abita in provincia di Ferrara. “Quando i turni sono ravvicinati rientrare a casa è quasi impraticabile: non arriverei in tempo. Ordino una pizza e passo la notte in macchina”

A causa di traffico e parcheggi mancanti molti infermieri, per arrivare in orario al lavoro, dormono in auto (foto di repertorio)

A causa di traffico e parcheggi mancanti molti infermieri, per arrivare in orario al lavoro, dormono in auto (foto di repertorio)

Bologna, 14 giugno 2025 – Alberto, infermiere del Rizzoli, 40 anni, costretto a dormire in auto a causa del traffico e della mancanza di parcheggi che non lo farebbero arrivare in orario. Mentre Michela, 56 anni, infermiera al Sant’Orsola, parte da casa due ore prima per riuscire a trovare un posto dove lasciare la macchina.

La drammatica situazione con la quale devono convivere i lavoratori della sanità bolognese è stata più volte denunciata dal Nursind (Sindacato delle professioni infermieristiche).

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L’intervista

Alberto, può spiegare cosa succede?

"Sono infermiere all’Istituto Rizzoli, ma vivo in provincia di Ferrara, al confine con il Bolognese. Sono oltre trenta chilometri dal mio posto di lavoro. La nostra turnazione inizia al pomeriggio, poi c’è il turno della mattina, quello della notte, poi smontiamo e riposiamo”.

Il problema quando si verifica?

"Tra il primo e il secondo turno, quindi tra il pomeriggio e la mattina, può accadere che nel pomeriggio si vada a casa tardi perché il settore infermieristico è carente di personale, quindi molte volte bisogna restare alla sera, in regime di straordinario, per vari motivi. Quindi capita di smontare alle 21,30 e dovere ricominciare alle 7 di mattina o anche alle 6 e mezza per essere in turno nelle sale operatorie. Bisogna contare 45 minuti, come minimo, per andare a casa e altrettanti per tornare: fra traffico e problemi di parcheggio, è quasi impossibile”.

Quindi non solo il tragitto piuttosto lungo rispetto ai tempi dei suoi turni di lavoro, ma anche problemi per trovare un luogo dove lasciare l’auto?

"Esattamente. Al Rizzoli ci sono cinque cantieri aperti che hanno dimezzato i posti della sosta riservata agli operatori sanitari. Quindi la mattina per trovare un posto auto facciamo le corse e spesso siamo costretti a parcheggiare nelle strisce blu, quindi a pagamento. Quindi anziché andare a casa, tornare la mattina presto, impazzire per la sosta e arrivare tardi al lavoro,  preferiamo restare in macchina a dormire”.

Quindi dormite in auto?

"Sì, è capitato a me e a tanti altri colleghi, specialmente quelli che abitano lontano come me. Altrimenti arriviamo alle 5 o alle 5 e mezza, così siamo sicuri di trovare un parcheggio perché a quell’ora ancora non c’è il traffico dell’ora di punta. E poi c’è chi si ferma a dormire qualche ora in macchina in attesa dell’inizio del turno. Non è raro arrivare e vedere infermieri, con la coperta addosso, che dormono in auto. Adesso no perché è estate”.

E come vi organizzate?

"Se è più freddo portiamo una coperta, poi chiamiamo la pizza da asporto, stai lì, mangi. Se è freddo chiaramente è più problematico, ma d’estate è più agevole per le temperature. E’ anche un modo per non rischiare: se ti devi mettere in macchina, guidare stanco, ripartire prestissimo non avendo riposato può diventare molto pericoloso”.

Stare in auto la notte non è pericoloso?

"No, perché comunque il Rizzoli chiude i cancelli”.

Come infermiere che sta vivendo questa situazione che proposta farebbe per cercare di alleviare questo enorme disagio?

"Abbiamo suggerito alla direzione di riservarci due o tre stanze con un bagno, una piccola zona con un divano, una tv per chi abita a più di trenta chilometri di distanza, in modo che chi ritiene si possa fermare”.

La risposta?

"Non è arrivata. Almeno fino a ora. Le persone che lavoravano al Rizzoli tempo fa, dicevano che esisteva una sorta di piccola foresteria, ma ora non c’è più”.

Il sindacato

Il Nursind di Bologna, per voce della segretaria Antonella Rodigliano, denuncia “che ci sono infermieri che dormono in auto per essere al proprio posto di lavoro in tempo utile e altri che sono costretti a partire anche tre ore prima da casa per arrivare in tempo. Il problema dei parcheggi mina seriamente la già precaria condizione di benessere lavorativo dei nostri professionisti della sanità”.

Ad aggravare la situazione, prosegue Rodigliano, ci “sono i tanti cantieri sparsi per la città e nelle stesse aziende sanitarie che riducono, inevitabilmente, gli spazi dedicati alla sosta. Molti professionisti, presi dalla disperazione, parcheggiano in modo non corretto e l’auto viene rimossa, così devono anche sborsare fior di soldi per riaverla. Una situazione non più sostenibile”.