PAOLO ROSATO
Politica

Regione Emilia-Romagna, Bonaccini ha finito e i sindaci scalpitano: via al grande derby Pd

Il bolognese Lepore apre le danze: "Non mi candido ma voglio dire la mia". Replica a distanza il ravennate de Pascale: "Superiamo gli schieramenti"

Bologna, 1 maggio 2024 – E il dopo Bonaccini è diventò subito una questione tra sindaci. L’Emilia-Romagna, terra da sempre feconda di figure carismatiche nei Palazzi di città, non ha intenzione di aspettare le urne delle Europee ed è infatti già divampato il dibattito sul percorso che dovrà portare, non senza naturali scossoni politici, alla scelta del candidato del Pd per guidare viale Aldo Moro.

Il primo a dare fuoco alle polveri è stato Matteo Lepore, sindaco di Bologna, che ieri a mezzo stampa ha lanciato una ’Fabbrica del programma’ ulivista e un suo tour in regione per mettere il modello bolognese al centro e per trovarsi, con i suoi colleghi primi cittadini, sulle idee da condividere.

Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Michele De Pascale, primo cittadino di Ravenna
Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Michele De Pascale, primo cittadino di Ravenna

"Non serve discontinuità rispetto a Bonaccini, ma occorre un nuovo paradigma", ha detto Lepore. La fuga in avanti del sindaco dei 30 all’ora ha illuminato forse la piccola ‘guerra fredda’ che ci sarà in questi mesi tra i dem. Perché non è sembrata banale la risposta arrivata da Michele de Pascale, primo cittadino di Ravenna e da tempo al centro delle indiscrezioni che lo vorrebbero in pole per viale Aldo Moro. Chi vorrà dare le carte sulla scelta del candidato, dovrà fare prima i conti con i territori. E con i sindaci.

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Lepore – che all’ultimo congresso dem aveva sostenuto la vincente Schlein, de Pascale invece Bonaccini – ieri aveva ribadito un paio di concetti cardine. Mandando forse un messaggio a quelli che sarebbero i papabili già in movimento. "Partire dai nomi sarebbe un errore. Bisogna rifondare un percorso dal basso, che venga affidato anche ai sindaci. Prima di dividerci, dobbiamo chiedere agli emiliano-romagnoli quali sono i loro problemi, i loro bisogni".

E poi, ancora. "Non si parta con il palio dei cavalli di razza. Toccherebbe a un bolognese, ma dobbiamo partire dalle idee. Se posso, chiedo alla classe politica di aprire a energie nuove. Io non mi candido, ma voglio dire la mia e mettere Bologna a disposizione".

Il collega de Pascale però ha rimesso al centro l’importanza dei territori, con quello che potrebbe essere letto come un fermino alle premature fughe solitarie. L’allusione alle correnti è significativa. "Mi auguro davvero che, dopo dieci anni di ottimo lavoro da parte di Bonaccini, si possa e si voglia aprire in Emilia-Romagna un dibattito serio sul futuro della Regione, compreso, come ha detto Lepore, il rapporto strategico fra il suo capoluogo Bologna e tutti i territori, con pieno coinvolgimento sia della Romagna che dell’Emilia – questo il pensiero del primo cittadino di Ravenna in una nota – . Le esperienze di governo di molte città, insieme, hanno la credibilità per chiedere a tutta la società regionale di dare un contributo di pensiero e proposta, andando ben oltre gli schieramenti. Il riformismo di questa terra non è un’etichetta da mettere su una corrente – continua il sindaco –, ma è la capacità continua di leggere i problemi delle persone e delle imprese, e proporre sempre nuove soluzioni allo stesso tempo radicali e concrete, sia che si parli di garantire una sanità e un welfare di qualità per tutti, di rilanciare sulla sicurezza del territorio dopo l’alluvione o di tenere insieme transizione ecologica, competitività e diritti del lavoro".

I risultati delle Europee, apparentemente non particolarmente attesi, avranno ovviamente un peso anche nella corsa verso viale Aldo Moro. Il tour di Lepore partirà domani da Forlì, con un’iniziativa dove ci sarà anche de Pascale.

Queste le altre tappe: Reggio Emilia, Parma, Ferrara e San Felice sul Panaro (Modena).