
A destra, Michele Raspanti e Pia Perricci; sotto, un alterato Giuseppe Paolini
LUCREZIA (Cartoceto)di Marco D’Errico
Bagarre e imprecazioni: i vertici dell’Ato e il presidente della Provincia abbandonano la sala, dinanzi al pubblico attonito, tra imprecazioni e ’vaffa’. Si è concluso nel peggiore dei modi l’incontro pubblico sugli aumenti, anche retroattivi, del costo dell’acqua, che si è tenuto venerdì sera nel centro parrocchiale di Lucrezia. La lunga presentazione di slide, per spiegare in dettaglio i tanti motivi dell’aumento, addentrandosi nella giungla di previsioni, frazionamenti, complicati calcoli e ricalcoli, non ha convinto il pubblico, tantomeno i rappresentanti delle associazioni. I quali hanno sostenuto che le uniche ragioni degli aumenti sono "dettate da scelte politiche" ritenute sbagliate. E che, soprattutto, questo aumento si sarebbe potuto evitare, se gli utili si fossero destinati alla copertura dei rincari. Moderati da Mauro Rapa, presidente dell’associazione Via della seta, che ha organizzato l’evento, sono intervenuti Michele Ranocchi, direttore dell’Ato (ambito territoriale ottimale), che ha presentato e spiegato le slide, Massimo Berloni, sindaco di Fossombrone e neopresidente dell’assemblea dell’Ato, Giuseppe Paolini, presidente della Provincia. Nella platea, da cui più volte è stato detto "vergogna", i rappresentanti di diverse associazioni, tra cui Pia Perricci, esponente di EvolviAmo Pesaro, Michele Raspanti, dell’associazione Airone, e vari esponenti politici e istituzionali. "I Comuni – ha sostenuto Perricci – avrebbero dovuto dissentire dall’aumento, anche perché Cassazione e Consiglio di Stato hanno ritenuto non lecito il ricalcolo delle tariffe già pagate, ai sensi dell’art. 54 del decreto legislativo 446/97, che Ranocchi, con nostro estremo stupore, ha detto di non conoscere".
Di parere opposto i vertici dell’ente gestore, che hanno controbattuto che gli aumenti sono causati "dalle spese per le utenze e i carburanti, necessari per i lavori di manutenzione della rete idrica". Raspanti ha evidenziato che gli utili lordi di Marche Multiservizi e Aset, le due società del servizio acqua provinciale, dal 2011 al 2023 sono stati complessivamente di circa 288milioni. Dunque, a suo parere, non era necessario aumentare le tariffe. "Nella nostra provincia – ha precisato Raspanti - per un consumo di 20 metri cubi al mese si paga una bolletta di 73,29 euro, mentre a Napoli è di 33,66 euro. Perché non prendere l’esempio di De Magistris, che ha trasformato una spa in un’azienda speciale pubblica, la Acqua bene comune, che fa utili e non profitti, utilizzati per migliorare le infrastrutture, con tariffe tra le più basse d’Italia?"
Il dibattito si è infine chiuso con un violento scontro tra Giuseppe Paolini e Pia Perricci, la quale ha annunciato di chiedere le sue dimissioni per "violenza verbale contro una donna", oltre alle dimissioni di Massimo Berloni "per aver firmato la delibera di aumento delle tariffe comprensiva del ricalcolo retroattivo senza aver letto la normativa", e di Michele Ranocchi, "per aver ammesso di non conoscere tale normativa".