Espropri, ponti e zigzag tra i trattori "Dite voi se questa è una ciclovia"

Pista del Metauro: il Comitato mette a confronto il progetto definitivo della Regione con quello originario

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di Anna Marchetti

Ciclovia del Metauro: il Comitato boccia il progetto definitivo della Regione (linea azzurra) che mette a confronto con il precedente percorso lungo la Fano-Urbino (linea verde). "Il nuovo tracciato – attacca Tosi – non è sicuro, lineare, economico, attrattivo né intermodale. Anzi è più lungo: solo a Fano di ben 2 chilometri". E ancora: "Lungo la ciclabile, in gran parte in commistione con il traffico automobilistico, è prevista la realizzazione di 6 ponti ciclopedonali, per 200 metri di lunghezza, di paratie di pali per l’allargamento della sede stradale per 350 metri e a Fossombrone anche la costruzione di un muro di cemento di sostegno di 340 metri".

Necessariamente aumentato il numero degli espropri: "Si passa – fa notare Rovinelli – dai 60mila euro della ciclabile a fianco dei binari ai 410mila euro di oggi". "Il tracciato regionale – aggiunge Tosi – oltre ad essere più lungo e costoso di quello lungo i binari non corrisponde alle caratteristiche della legge nazionale la quale dispone che le ciclovie siano a doppio senso di marcia, sicure e agevoli per tutti". Rovinelli punta l’attenzione sulle risorse: "Non solo rischiamo di perdere i 4,5 milioni di euro della Ue, a fondo perduto (da spendere entro il 31 dicembre 2022), ma l’infrastruttura costerà il doppio".

Ma qual è il percorso, nel tratto fanese secondo la proposta della Regione? "Si parte da viale Piceno utilizzando un’area privata da espropriare. Dopo alcuni metri si intercettano i binari che vengono subito abbandonati tra via del Ponte e via del Fiume, poi si entra nel Campo di aviazione. Da questo punto i due tracciati della ciclovia divergono decisamente. Attraversato il Campo di aviazione, si scavalcano via Papiria, il Canale Albani e via Canale Albani con un nuovo ponte ciclopedonale lungo 70 metri per giungere a Sant’Orso. Percorsa via Soncino fino a via Pasolini, ci si inoltra in aree agricole lungo un tracciato con varie curve a gomito in appena 800 metri, raggiungendo prima via Vasari e poi via Galilei. Oltrepassato il sottopassaggio dell’A14, percorrendo la trafficata strada esistente si arriva al Codma. Costeggiando il cimitero di Rosciano, si procede in zone agricole sempre in condivisione col traffico motorizzato. In via Einstein i due tracciati si ricongiungono in uno stradino che dovrebbe ospitare ciclovia, auto, motorini e trattori. Costeggiando l’ex ferrovia, in corrispondenza della palestra sportiva è previsto un nuovo sottopasso di 26 metri per superare il fosso di Cuccurano; più avanti si pensa di utilizzare la stretta e trafficata via Regolo. Dopo un paio di curve secche, si raggiunge Falcineto dove,all’altezza del Fosso della Carrara, serve un nuovo attraversamento idraulico. Si procede parallelamente ai binari ma sempre a vari metri di distanza, schivando con un paio di curve strette l’area dell’ex casello ferroviario per poi arrivare alla centrale Enel di Carrara. Alla fine del percorso fanese, per attraversare Rio Secco, serve un nuovo ponte ciclopedonale di 15 metri".

Il Comitato si chiede anche che fine abbia fatto lo studio di fattibilità di Rfi per il ripristino del treno: "Ad oggi – conclude Rovinelli – conosciamo solo la scheda tecnica per il ripristino del treno che prevede un costo di 140 milioni che non si potranno ottenere attraverso il Pnrr perché si tratta di una ferrovia turistica che, come tale, ha un suo canale di finanziamento".