di Antonella Marchionni
La prima coltellata è stata sferrata alle spalle e le altre sette a viso aperto. Il colpo mortale le è stato piantato dritto al cuore ed è quello che non le ha lasciato scampo. Si è conclusa nella tarda serata di martedì l’autopsia sul corpo di Ana Cristina Duarte Correia, 38 anni, mamma di tre figli di 6, 13 e 14 anni che hanno assistito inermi all’uccisione della madre per mano del padre Ezio Di Levrano, 54 anni. L’omicidio è stato compiuto a Saltara la notte tra il 6 e il 7 settembre al culmine di un violento litigio scatenato, forse, dalla notifica di un messaggio ricevuto dalla donna. Ana aveva da pochissimo iniziato a frequentare un altro uomo e il marito era geloso. La donna si era allontanata da casa pochi giorni prima del delitto e il marito ne aveva denunciato ai carabinieri la scomparsa. Contattata dai militari aveva raccontato che il 54enne era violento e che era dovuta fuggire: però non aveva voluto denunciarlo.
Quella sera Ana era tornata senza avvisare le forze dell’ordine e ha trovato la morte intorno alle due. I vicini hanno chiamato i carabinieri allarmati dalle urla che provenivano dall’abitazione. Di Levrano, secondo quanto emerso dall’autopsia condotta dalla dottoressa Loredana Buscemi, nominata consulente tecnico della procura, prima l’ha colpita alle spalle e poi ha continuato a infierire su di lei con un coltello a serramanico. Prima di accoltellarla ha voluto testare che effettivamente la lama tagliasse bene ferendosi al braccio sinistro. E Ana si è difesa con tutte le sue forze dai colpi sferrati dal marito davanti agli occhi impietriti dei tre figli. Di quella lotta disperata Ana porta i segni sul corpo. L’autopsia, infatti, ha individuato graffi e tagli sulle braccia e il consulente ha prelevato dei campioni dalle unghie della giovane mamma che verranno confrontati con il dna del marito. Ad assistere il medico legale nominato dal tribunale anche il consulente di parte, il dottor Adriano Tagliabracci. Secondo quanto emerso dall’esame autoptico, la morte di Ana è stata molto rapida. Era stata trasportata all’ospedale di Torrette ad Ancona con l’eliambulanza in condizioni disperate. Per lei non c’è stato nulla da fare e i medici hanno dovuto constatarne il decesso. Il consulente tecnico della procura effettuerà anche un esame di genetica forense sul dna trovato su indumenti, arma del delitto e reperti raccolti in sede di sopralluogo e un esame tossicologico forense.