Settimana corta a scuola? La parola ai genitori

E’ l’indagine conoscitiva partita all’istituto comprensivo Faà di Bruno di Marotta. In molti sono d’accordo ma non mancano polemiche

Settimana corta a scuola? La parola ai genitori

Gli alunni delle medie di Marotta ieri all’uscita da scuola

Settimana corta sì, settimana corta no? L’istituto comprensivo ‘Faà di Bruno’ di Marotta ha avviato un’indagine conoscitiva per verificare l’opinione dei genitori in merito all’eventuale passaggio, a partire dal prossimo anno scolastico, alla secondaria di primo grado (le medie), da 6 a 5 giorni settimanali di lezione. La circolare n. 87 sottoscritta dalla dirigente Pia Assunta Maria Palumbo evidenzia, nello specifico, che "l’istituto, nell’ambito dell’autonomia didattica e organizzativa, intende proporre la modifica dell’articolazione oraria settimanale, distribuendo le 30 ore di lezione nell’arco di 5 giorni alla settimana (da lunedì a venerdì) in sostituzione del tradizionale orario distribuito su 6 giorni".

In soldoni, mentre oggi la scuola, frequentata da circa 350 alunni, funziona dal lunedì al sabato, dalle 8,05 alle 13,05 con una pausa per la merenda dalle 10 alle 10,15, si vorrebbe passare alla fascia settimanale lunedì-venerdì, con orario dalle 7,50 alle 13,50 e due pause merenda, una al termine della seconda ora e una dopo la quarta. La cosiddetta "indagine conoscitiva" è rivolta ai genitori degli alunni di prima e seconda media e a quelli di quinta elementare. Per ‘votare’ (una preferenza per ogni figlio) gli interessati hanno a disposizione un apposito link, attivato da sabato scorso e accessibile fino alle 22 di domenica 27 ottobre. La stessa circolare sopra richiamata elenca una serie di motivazioni di carattere educativo-didattico e sociale a favore del passaggio alla settimana corta, tra le quali: "una migliore distribuzione dell’impegno e del recupero psicofisico degli studenti; un più frequente accorpamento delle ore delle diverse discipline all’interno della stessa giornata, diminuendone la dispersione; e l’ottimizzazione della presenza dei docenti e del personale Ata, concentrandoli prevalentemente su 5 giornate". Molti genitori sono d’accordo, ma c’è chi la pensa in maniera opposta: "Questa modifica farebbe più comodo ai ragazzi e alle famiglie o, piuttosto, a docenti e personale Ata?", si domanda una mamma, che aggiunge: "La settimana corta sarebbe particolarmente problematica per i Bes (gli studenti con bisogni educativi speciali), che troverebbero difficoltà ad adattarsi a ritmi così intensi. In sostanza, i prof concluderebbero comunque il loro programma e i nostri figli, soprattutto quelli che hanno più problemi, dovranno andare a ripetizioni".

Sandro Franceschetti