"Per il Fano ho pianto: di rabbia e di gioia"

Casolla racconta il gol con cui ha strappato la squadra dal baratro: "Sapevo che ce l’avrei fatta, gesto di riscatto di un anno in salita"

Francesco Casolla è l’emblema di questa Alma edizione 202122. Capitano della squadra, 28 gare e 11 reti in campionato (più una in Coppa Italia), infortunato da un mese e mezzo, domenica nel playout contro il Castelfidardo entra e gioca con una gamba sola fino a segnare il gol al 91’ che porta in salvo il Fano. Evitando così ai granata l’onta di una retrocessione in Eccellenza.

Casolla, era convinto di far gol quando hai fatto quella mezza-rovesciata?

"Si, certo. Ero nell’area piccola e mentre tiravo mi son detto: da qui non posso sbagliare".

Subito dopo ci sono state proteste da parte del Castelfidardo per un probabile fuorigioco, cosa ne pensa?

"Mentre ero lì ho solo pensare a chiudere bene l’azione. Dopo, una volta rivisto l’episodio, mi è sembrato come hanno detto anche altri che ci fosse un giocatore del Castelfidardo, il numero 7 che non era salito insieme agli altri...".

Che sapore ha questa salvezza?

"Racconto un episodio. Io sono stirato da un mese e mezzo, a Porto d’Ascoli sono entrato perché stavamo pareggiavamo e speravo di chiudere l’annata lì. E invece è arrivata l’ennesima beffa visto che il Montegiorgio aveva segnato al 93’. Nello spogliatoio, ti dico la verità, un pizzico di delusione ce l’avevo, ma non per il risultato e perché non c’eravamo salvati. Ero convinto che ce l’avremmo fatta comunque. Quindi guardando indietro dico, adesso, che è giusto che ci siamo tolti questa soddisfazione. Quella domenica lì non dico che ho pianto, ma mi sono sentito impotente in quanto non riuscivo a dare una mano ai compagni ed era la cosa che mi aveva dato più fastidio. Nello spareggio col Castelfidardo è successo uguale, però stavolta è andata bene. Sono veramente contento per noi perché ce lo meritavamo, ma soprattutto per la piazza di Fano e per la Curva di quest’anno. Io non ho mai visto una Curva così. Dalla prima giornata all’ultima non ha mai criticato i giocatori e secondo me potevano anche farlo in quanto la classifica parla da sola. Invece ci hanno sempre incitato e nello spareggio è stato bellissimo"

Come spiega un’annata così?

"Questa società è nata il 23 agosto, eravamo io e altri dieci compagni, il direttore Califano, che è stato molto criticato insieme ad Agliano, il presidente e i suoi collaboratori che ci hanno dato una grossa mano. Era una società nuova e chi ha fatto calcio sa che quando la società è nuova fai fatica, ci sono state alcune mancanze, alcune cose che non andavano, poi i risultati che non arrivavano. Che avrebbero potuto darci un’altra immagine all’esterno. Però c’è stata una unione di intenti nel girone di ritorno, una compattezza a livello societario insieme alla squadra che è stata l’arma in più di questo Fano per portare a casa una salvezza incredibile. Nel girone d’andata avevamo 12 punti prima dell’arrivo di mister Catalano e siamo riusciti a fare un mezzo miracolo".

Restea?

"Molto volentieri".

Silvano Clappis