Fermo, 16enne morto mentre cena. Una fatalità

L’autopsia esclude l’ipotesi di negligenza da parte degli assistenti nelle procedure previste dal protocollo alimentare per i disabili

I carabinieri (foto d'archivio)

I carabinieri (foto d'archivio)

Fermo, 25 agosto 2018 - È stata una tragica fatalità a provocare il decesso di Jacopo Palombi, il 16enne romano morto la sera di lunedì a seguito di un arresto cardiaco mentre si trovava in vacanza ad Altidona. Si è trattato di un episodio imprevedibile dovuto alla situazione clinica del ragazzo che era affetto da una grave disabilità. E’ quanto stabilito dall’autopsia svolta ieri dal medico legale Alessia Romanelli sulla salma del 16enne. Insomma, non c’è stata negligenza nelle procedure di nutrimento del ragazzo, che doveva seguire uno specifico protocollo alimentare a base di sostanze liquide.

Il fatto che si fosse sentito male mentre stava cenando, aveva fatto sospettare un probabile soffocamento da ostruzione alimentare e la Procura della Repubblica aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti. I responsabili della cooperativa romana con cui il ragazzo si trovava in vacanza, però, hanno sempre ribadito agli inquirenti, di aver rispettato il protocollo. In effetti così è stato, visto che l’arresto cardiaco è stato causato da una semplice complicazione del quadro clinico già gravemente compromesso.

Palombi era arrivato domenica scorsa in una struttura ricettiva di Altidona, per una gita organizzata e accompagnato dagli operatori di una cooperativa sociale di Roma. Intorno alle 21 di lunedì però, mentre il 16enne stava cenando, aveva iniziato ad avvertire difficoltà respiratorie. I presenti, allarmati, avevano lanciato la richiesta di soccorso e sul posto erano intervenuti i sanitari del 118 e della Croce Verde Valdaso, che avevano tentato rianimare il ragazzo. Purtroppo, per il giovane ragazzo romano non c’era stato nulla da fare.

Poco dopo anche i carabinieri si erano portati sul luogo della tragedia e, una volta costatato il decesso, a loro era toccato il difficile compito di avvertire i genitori del 16enne. La salma era stata quindi trasferita all’obitorio del «Murri» ed era stata messa a disposizione della Procura della Repubblica di Fermo, che fin da subito aveva deciso di approfondire le indagini per dare una spiegazione certa all’improvviso decesso del ragazzo. Il risultato dell’autopsia, dunque, ha dimostrato che la prematura e improvvisa morte del 16enne è stata dovuta a una fatalità.