Caso Cattedrale, i comitati all’attacco

Il coordinamento delle associazioni a difesa della 'cattedrale' a Porto Sant'Elpidio denuncia inadempienze e minacce, chiedendo intervento urgente degli enti competenti per la sua tutela e bonifica. La situazione resta complicata nonostante le indagini in corso.

Caso Cattedrale, i comitati all’attacco

Caso Cattedrale, i comitati all’attacco

Iniziano davvero a incattivirsi i toni sulla sorte della ‘cattedrale’ e il coordinamento delle associazioni, ormai unica voce a difesa del bene vincolato, annuncia un incontro pubblico, riferisce di minacce "che ci sono state rivolte e che non temiamo" e parla di "opportune segnalazioni agli organi competenti".

Nell’assemblea il coordinamento parlerà "delle ipocrisie che stanno dietro a questa storia. Elencheremo le gravissime inadempienze, negligenze, inesattezze, grossolani errori tecnici e procedurali che emergono dalla lettura dei documenti".

Intanto, in attesa che venga convocata la Conferenza dei Servizi con i risultati delle ulteriori indagini fatti sui muri della ‘cattedrale’ il coordinamento ricorda che nel marzo 2018 il consiglio comunale approvò l’accordo di programma (per il quale, di recente, è stata chiesta e ottenuta una proroga), "quello nel quale l’ente aveva rinunciato agli spazi pubblici della ‘cattedrale’ da restaurare a carico del privato per regalarli alla proprietà; aveva regalato al privato l’aumento di edificabilità del 50% da 22mila a 33mila mq e, appena pochi giorni dopo, la proprietà presentò la prima delle due istanze di annullamento del vincolo sulla ‘cattedrale’, così da poterla demolire".

Da allora, tutti gli enti coinvolti si sono concentrati a studiare il caso e decidere sul destino della ‘cattedrale’ "che non è più considerata un bene monumentale vincolato ma ‘punto primario di inquinamento’ per cui si deve indagare sulla sua possibile pericolosità per la salute pubblica. Se la ‘cattedrale’ non è inquinata, basta un semplice restauro; se lo è, una messa in sicurezza. Agli enti competenti chiediamo di ricordare le loro funzioni e competenze, ma non stiamo vedendo movimenti in tal senso". Nel frattempo "tutti si sono dimenticati del dovere contrattuale della proprietà per la bonifica del suolo. Si è lasciato correre su ritardi e gravissime inadempienze e gli enti non hanno mai lavorato perché venissero rispettati gli obblighi della proprietà di portare a termine la bonifica e il recupero dell’area. E anche questa è una vittoria per la strategia della proprietà".

La scorsa settimana per Arpam, Soprintendenza, Ast e Comune, sono state concluse le prove di sabbiatura. Prematuro capire se i risultati di queste indagini aggiuntive potranno dare quelle risposte certe e definitive sulla sorte del manufatto sottoposto a vincolo di tutela dell’ex Fim, ma dalle impressioni che trapelano, la situazione si conferma, e resta, complicata. Non sarà affatto facile sbrogliare la matassa per arrivare a una decisione in tempi rapidi, come sembrava prospettarsi dai primi approcci della nuova amministrazione. I risultati dei prelievi effettuati dai privati (in contraddittorio con l’Arpam) pare siano stati già consegnati e, adesso si tratta di attendere il quadro definitivo dei dati (si ipotizza entro un mese), per convocare la Conferenza di Servizi dove tutti gli attori di questa storia infinita si ritroveranno intorno a un tavolo.

m.c.