Il femminicidio di Aosta: un fazzoletto con tracce organiche trovato vicino al luogo del delitto

Rinvenimento dei carabinieri insieme alle unità cinofile durante la perlustrazione dei boschi della zona dove è stato rinvenuto il cadavere di Auriane Laisne. Sohaib Teim, accusato dell’omicidio, sta meglio dopo aver accusato un malore

Sohaib Teima, il 21enne fermano di origini egiziane accusato dell’omicidio della ragazza

Sohaib Teima, il 21enne fermano di origini egiziane accusato dell’omicidio della ragazza

Fermo, 20 aprile 2024 – Solo un fazzoletto, ma forse con qualcosa dentro, qualcosa che potrebbe essere importante per le indagini. È stato questo l’unico rinvenimento effettuato dai carabinieri insieme alle unità cinofile durante la perlustrazione dei boschi della zona alla ricerca del coltello con il quale è stata uccisa Auriene Laisne, la 22enne francese ritrovata cadavere in Val d’Aosta all’interno di una chiesetta diroccata.

Le operazioni, iniziate l’altro ieri, si sono concentrate tra la vegetazione e i ruderi del villaggio dell’Equilivaz, disabitato dopo una frana caduta nel 1879.

Nonostante l’utilizzo dei cani molecolari, ai quali prima delle ricerche sono state fatte fiutare tracce ematiche appartenenti alla 22enne francese, l’arma del delitto non è stata rinvenuta. I cani hanno però fiutato il fazzoletto con la presenza di elementi organici la cui provenienza è tutta da verificare.

Fazzoletto che è stato refertato e posto sotto sequestro. Intanto gli avvocati Luci Lupi e Igor Giostra, i difensori Sohaib Teima, il 21enne fermano di origini egiziane accusato dell’omicidio della ragazza, hanno nominato un consulente tecnico, il medico legale Piergiorgio Fedeli di Camerino, con l’incarico di esaminare i referti dell’autopsia effettuata ad Aosta sulla salma della vittima. Intanto Sohaib Teima resta l’unico sospettato del delitto.

Il giovane fermano, che l’altro ieri aveva accusato un malore provocato da overdose di farmaci tranquillanti e antidepressivi, sta meglio: si trova ancora nell’ospedale di Grenoble, piantonato 24 ore al giorno dagli agenti della gendarmerie nationale francese, ha ripreso conoscenza ma è ancora in stato confusionale.

L’udienza per decidere sull’estradizione del 21enne che si sarebbe dovuta tenere davanti alla ‘chambre de l’instruction’ della Corte d’appello di Grenoble l’altro ieri, è stata definitivamente rinviata al 25 aprile.

Intanto dai documenti francesi dell’arresto del giovane, avvenuto il 9 aprile a Lione, è emerso che Sohaib si trovava in compagnia di amici e cugini come se nulla fosse accaduto e che, prima che venisse portato in carcere.

L’ultima telefonata Sohaib Teima l’ha fatta alla mamma alla quale, spaventato, avrebbe chiesto aiuto perché lo stavano fermando e non sapeva per quale motivo.

Sul fronte indagini, invece, è iniziata l’analisi del telefonino sequestrato al 21enne e gli inquirenti, dopo aver letto i messaggi memorizzati, hanno passato la palla al perito che dovrà esaminare eventuali elementi cancellati prima dell’arresto.

In attesa di nuovi elementi di indagine, il procuratore della Repubblica di Aosta Luca Ceccanti, che coordina le indagini italiane sul femminicidio, non ha dubbi: è convinto che il 21enne italiano abbia premeditato l’omicidio e avrebbe attirato la vittima in una trappola proponendole un’escursione in Val d’Aosta per fare ‘urbex’, una pratica in voga tra i giovani alla ricerca di ruderi e strutture abbandonate.