REDAZIONE FERMO

L’appello dell’Avis: "Mancano i medici, abbiamo rinunciato a 1.280 donazioni"

Il bilancio è amarissimo per la cronica carenza di personale adeguato per il centro trasfusionale e per tenere aperti i centri periferici di raccolta "Sarebbe andata anche peggio se non fosse per l’impegno dei volontari".

L’Avis provinciale di Fermo torna a chiedere il personale adeguato. alle esigenze

L’Avis provinciale di Fermo torna a chiedere il personale adeguato. alle esigenze

Il tempo delle promesse è finito, l’Avis provinciale di Fermo torna a chiedere il personale adeguato per il centro trasfusionale e per tenere aperti tutti i centri periferici di raccolta di un bene unico, insostituibile, talmente prezioso da reggere il sistema sanitario: il sangue. È un bilancio di fine anno amaro quello che la presidente provinciale dell’Avis, Elena Simoni, propone, tornando a denuncia che nel 2024 le sedi periferiche di raccolta sangue sono state chiuse per 257 giornate, con una perdita media per ogni sede di oltre 200 donazioni: "Ad occuparsi del sistema di raccolta sangue ma anche della gestione delle emergenze e di tutto il lavoro del centro trasfusionale dovrebbero esserci cinque medici più il primario. Considerato che il primario è andata in pensione a settembre 2024, oggi siamo senza guida e con due medici soltanto. Va da sé che in questa situazione non si possa pensare di riuscire a tenere tutto aperto sempre, a farne le spese i centri di Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Montegiorgio, meno soffre Amandola che viene gestita da un medico trasfusionale che è il mio vice presidente, Franco Rossi". Il problema è anche il trattamento che si finisce per riservare ai donatori, gente di cuore che però deve essere messa in condizione di poter donare il sangue in serenità: "Abbiamo tre dipendenti che gestiscono la chiamata unica ma spesso sono costrette a disdire gli appuntamenti dalla sera alla mattina e a chiedere ai donatori di raggiungere Fermo. È un disagio enorme, anche per noi che facciamo di tutto per tenerli con noi, per coinvolgere sempre più persone in quel valore fondamentale che è il dono".

Solo Porto San Giorgio ha perso 285 donazioni in un anno, a Sant’Elpidio a Mare quando il centro prelievi è aperto deve convivere con i lavori di ristrutturazione in corso, di trovare medici trasfusionali non se ne parla, ci vogliono 150 ore di formazione teorica e almeno 4 mesi di affiancamento ad un medico esperto. "Ad Amandola la buona notizia è che siamo tornati a casa, spiega Franco Rossi, dentro il nuovo ospedale dopo quattro mesi di container. Possiamo contare su due infermieri formati, raccogliamo solo una volta la settimana, dalle 14 alle 18 perché poi le sacche devono partire per Fermo, e comunque riusciamo a raccogliere oltre 500 sacche l’anno. È essenziale che si capisca che non si è mai davvero autosufficienti per quanto riguarda il sangue, serve alle altre regioni, serve per la ricerca, serve per le emergenze, bisogna essere sempre pronti".

Sono dodici le sedi Avis comunali, nel 2025 dovrebbe aggiungersi Servigliano, a seguire arriverà la sede di Grottazzolina: "Noi coinvolgiamo sempre nuovi donatori, facciamo eventi, teniamo alta l’attenzione, spiega il vice presidente regionale Giovanni Lanciotti, ma non è possibile che si rinunci a 1278 donazioni ogni anno per mancanza di personale. Avremmo potuto perderne anche di più, se non fosse per l’enorme generosità e l’impegno dei nostri volontari che non finiremo mai di ringraziare. Ce ne sono oltre 50 in attesa di prima visita per diventare donatori e non siamo in grado di chiamarli. Sapevamo dallo scorso anno che a settembre avremmo perso la primaria Siracusa, in via di pensionamento, sembra che a gennaio finalmente ci saranno le prove per il nuovo primario, per un biologo, per un medico trasfusionale a tempo indeterminato ma siamo comunque in ritardo e non possiamo più aspettare oltre".

Angelica Malvatani