
Salviamo la casa di Dondero. E’ scattata la raccolta fondi
Ci sono case che hanno un respiro speciale, che raccontano storie e sono per se stesse dei monumenti. È un luogo così la casa del grande fotoreporter Mario Dondero, una casa piccina e tanto amata dal grande fotografo, vuota e chiusa dalla sua morte. Alle pareti ci sono le foto che ha amato e le opere d’arte degli amici artisti che Mario ha incontrato, nell’aria ci sono le voci dei tantissimi che sono passati di qui, dei pranzi e delle cene che si vivevano tra quelle mura. Un patrimonio che non si può perdere, si è mobilitato fin da subito il centro di documentazione e cultura fotografia Altidona Belvedere che conserva e cataloga il grande archivio di Dondero, circa 200 mila diapositive e 250 mila negativi in bianco e nero ma anche 200 quaderni di appunti e di pensieri. Di concerto con i tre figli di Dondero, Elisa, Maddalena e Bruno, l’associazione, presieduta da Pacifico D’Ercoli, lancia oggi una raccolta fondi per arrivare alla cifra di 30 mila euro che consentirà di rilevare la casa dagli eredi per poi valorizzarla e metterla a disposizione del comune di Fermo come luogo di esposizioni e di cultura, sul modello della casa di Licini a Monte Vidon Corrado: "Quando abbiamo saputo che la famiglia aveva bisogno di vendere la casa ci siamo mossi subito lanciando un appello pubblico, non ci sono state però offerte per comprarla e mantenere la destinazione di luogo di interesse culturale importante che ha e che è stato dimostrato dalle giornate Fai di primavera, con centinaia di persone a fare la fila sul vicolo Zara per visitare quel luogo che rimasto com’era quando c’era lui. Abbiamo pensato di fare una sottoscrizione pubblica con donazioni, lanciamo una ipotesi di acquisto, con l’assenso scritto dei figli, raccogliamo 30 mila euro minimo, con spese di passaggio di proprietà, se arriva qualcosa di più andrà ai primi interventi urgenti di cui la casa ha bisogno. L’iscrizione al Runts come associazione di promozione sociale ci permette di far scaricare il 30 per cento della tassazione dalla donazione, nel bonus casa ci potremmo rientrare come luogo di cultura".
Laura Strappa che di Mario è stata l’ultima compagna si dice felice di questa possibilità, di dare una continuità alla presenza di Mario a Fermo: "Quella casa l’ha molto amata, l’ha scelta, ci potevano entrare tutti, ho conosciuto gli emarginati di Fermo che andavano da lui a prendere il caffè, ha un essere molto diverso dalle case delle altre persone. È una casa senza nessun confort, lui che amava le persone per come erano, non si aspettava niente di più di quello che erano. La casa è una memoria di Fermo, spero che rimanga il sapore della vita di Mario e delle sue scelte esistenziali". Anche il sindaco di Altidona Giuliana Porrà, che sostiene il centro di documentazione fotografica, sposa il progetto per la casa di Dondero: "Ho conosciuto Mario e la sua eleganza, la sua libertà e il suo fascino sono ancora nelle piazze di Altidona, lo sentiamo nostro, appoggiamo questo progetto, vediamo come fare per raccogliere fondi". Secondo il soprintendente archivistico e bibliografico Marche Benedetto Luigi Compagnoni l’archivio di Dondero è una realtà culturale riconosciuta e importante per tutto il Paese, la casa di un grande della fotografia dovrebbe essere riconosciuta e protetta come ‘casa d’artista’ anche dal Ministero.
Intanto, c’è un conto corrente dedicato, occorre scrivere la precisa destinazione per l’acquisto di casa Dondero, utilizzando quinbdi l’apposito Iban IT96T0615069640CC0130120838 e custodire una storia che appartiene a tutti.
Angelica Malvatani