
Margherita Carlini e Antonella Ciccarelli
"Ho sentito delle voci forti sul lungomare di Porto San Giorgio, c’era un ragazzo che rivolgeva ad una ragazza parole cattive, per niente sane. Ho pensato che non fosse giusto e che bisognava chiamare aiuto", sono le parole di Tommaso, uno degli studenti dell’Isc Nardi che ieri mattina erano al teatro di Porto San Giorgio per parlare di violenza di genere con due criminologhe, Margherita Carlini e Antonella Ciccarelli. Con Tommaso anche altri compagni hanno raccontato di aver assistito a episodi di violenza, per strada, vicino casa, nel proprio paese tranquillo che però non è immune alla cattiveria. Giovani, giovanissimi ma molto sensibili e attenti, a loro è dedicato il progetto del comune, con gli assessori Carlotta Lanciotti e Marco Tombolini, insieme con il dirigente Roberto Vespasiani che ha ribadito come le parole abbiano un significato, possano fare male, le parole che non hanno distinzione di genere, nel dovere del rispetto reciproco. La criminologa Carlini, spesso ospite in televisione per commentare i fatti di cronaca più efferati del nostro tempo, ha spiegato ai ragazzi come riconoscere la sopraffazione, leggendo loro le parole che Giulia Cecchettin scriveva per raccontare quello che Turetta le chiedeva, il modo in cui limitava la sua vita e la sua libertà, proprio nel giorno in cui si attendeva la sentenza per un reato quanto mai doloroso e violento. Ciccarelli ha sottolineato che quasi mai gli uomini maltrattanti riconoscono da soli di avere un problema: "Da noi arrivano perché li manda il tribunale, in seguito ad una condanna, per fortuna sono quelli che non sono arrivati a compiere un femminicidio. Quello che dobbiamo fare è scardinare certi meccanismi che li porta a pensare di non aver fatto niente di grave, in un contesto sociale che è quello di un paese che fino a pochi anni fa contemplava il delitto d’onore e il matrimonio riparatore dopo una violenza sessuale".
I ragazzi hanno fatto tante domande, hanno chiesto come si fa a diventare criminologi, come si resiste dopo aver ascoltato tanto dolore, come si può risolvere un problema tanto grande e tanto doloroso. "Il cambiamento arriverà con voi, hanno sottolineato le psicologhe, con i giovani, con un cambiamento culturale forte. Le parole che avete usato stamattina ci fanno ben sperare, siete consapevoli e attenti e avete riconosciuto le parole che non sono sane e che da sole sono già violenza".
Angelica Malvatani