Una Fermana troppo brutta per essere vera

Soprattutto al Recchioni mai i canarini erano stati messi sotto così neanche dalle altre big del torneo. Una giornata storta ci può stare

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Una Fermana irriconoscibile, se paragonata a quella presentata da mister Cornacchini nelle precedenti uscite al "Recchioni", ha lasciato campo a una Feralpisalò che mai, crediamo, avrebbe pensato di poter fare una passeggiata. La Fermana oggi riprende la preparazione al "Pelloni" in vista del derby di domenica, ore 20.30 il fischio d’inizio, a Pesaro contro una Vis, assetata di punti dopo la sconfitta (4 a 2) in casa dell’Arezzo. Stessa cosa dicasi per i canarini, che dovranno dimenticare i quattro gol sul groppone con la differenza che la Vis, seppur sconfitta di gol all’attivo ne abbia messi a segno due, contro il solo della Fermana. Insomma, mal comune mezzo gaudio con le due squadre che in vista del derby, che immaginiamo come una vera e propria battaglia perché chi lo perde è nei guai. Tornando alla sconfitta interna della Fermana, dolorosissima per com’è arrivata, va aggiunta che la concomitante vittoria del Legnago a Mantova: Legnago che ha accorciato a sette i punti di ritardo dai canarini, era dieci prima dell’ultimo turno, da quel primo posto della griglia delle quattro società che saranno obbligate a disputare i playout.

Vantaggio ancora rassicurante, sempre che la Fermana torni a essere la squadra compatta quella del tutti per uno, uno per tutti, che ha saputo regalare ai propri tifosi grandissime soddisfazioni. Certamente non la Fermana vista contro la Feralpisalò che, dopo nonostante un avvio promettente, si è sciolta come neve al sole. Nostra impressione grazie anche ad alcune incomprensibili scelte del suo condottiero: la prima quella di cambiare modulo e iniziare la partita con un 433 molto "mascherato", di solito diventato un 451 con la Feralpi a menare le danze con un giro palla cui i canarini non hanno saputo opporre resistenza, per contrastare i tre centrocampisti avversari (cosi ha giustificato la sua scelta in sala stampa) per poi tornare sui suoi passi, purtroppo quando come si dice da queste parti e non solo, i buoi erano usciti dalla stalla. Come incomprensibile è stato l’utilizzo dal primo minuto di Graziano e D’Anna, entrambi in evidenti difficoltà fisiche (già sostituiti a Ravenna per lo stesso motivo), tenuti in campo per ben 55 minuti.

Insomma tutto è andato storto, fatta salva la bellissima azione del gol di vantaggio di Boateng, grande assist di Neglia, l’ultimo dei canarini ad arrendersi allo strapotere del Leoni del Garda, che lasciava pensare a un’altra partita. Ora, però, nervi saldi, testa sulle spalle, con lo stesso Cornacchini chiamato a raccogliere le ultime forze rimaste nelle gambe dei suoi, per non rovinare una stagione che sa ancora di miracoloso.

Alla fine mancano solamente tre partite: domenica a Pesaro, poi in casa con la Virtus, e a chiudere a Legnago. Servono quei due, tre punti, per avere il conforto della matematica e un colpo esterno per cancellare quell’ultimo zero dalla casella delle vittorie fuori casa dell’era Cornacchini.

Mauro Nucci