
Giovanni Verla, allora segretario provinciale Fiom, con Emanuele Farinelli durante la protesta lo scorso anno alla Bompani
Un panorama nel quale è la crisi il denominatore comune. E chi riesce, chi trova un altro lavoro fa le valigie e scappa. Lascia l’azienda dove ha lavorato per anni. Alla ex Tollok alcuni dipendenti, in un quadro di grande incertezza, si sono messi a cercare fin dai primi momenti – dall’annuncio delle 77 lettere di licenziamento – un altro impiego. Succede anche alla Berco, dove ci sono coppie che lavorano insieme tra i reparti. Per loro un doppio capestro. Con figli e una famiglia da mantenere forte la paura di restare senza stipendio in due, troppo bassa la cifra che viene data per chi sceglie l’esodo volontario.
Succede anche alla Bompani, una dipendente ha lasciato l’impresa ed è riuscita a trovare lavoro nel mondo della scuola. Come insegnante, un cambio radicale di prospettiva. "Sono stati anni da incubo, pesantissimi dal punto di vista morale – dice –. Adesso anche se devo andare più lontano per raggiungere il posto di lavoro, sono serena, sono tornata ad essere serena. Ho riconquistato quella tranquillità che mi era stata tolta. Tra l’altro con la cassa integrazione non riuscivo più ad andare avanti. Avevo ormai consumato tutti i miei risparmi. E così ho messo a frutto il mio diploma. Tra l’altro insegnare ai bambini mi piace". E’ stato un caso come spesso succede in queste situazioni, un colpo di fortuna. Che lei ha preso subito al volo. "Auguro ai miei colleghi, alcuni di loro li sento ancora, di trovare la mia stessa serenità. Magari alla Bompani, se l’azienda riesce ad uscire da quella che è una situazione di grande incertezza, oppure in un altra azienda. Auguro loro di cuore di uscire da questa situazione, non è possibile andare avanti così, ogni giorno con l’ansia, con il pensiero a quello che potrebbe succedere".
La Bompani così come la Berco fino ad alcuni anni fa era considerata una garanzia, riuscire a varcare il cancello, essere assunti era un po’ in terno al lotto. Sono arrivate le crisi, ad ondate successive, è cambiato un universo, sgretolate quelle che erano certezze. Tra l’altro a pesare e a rendere più gravi i singoli tavoli di crisi è proprio lo scenario della provincia. "Trovare un altro lavoro, magari quando hai 40 anni, 50 anni non è facile. Diciamo pure che in alcuni casi e per alcune figure è impossibile", le parole di un operaio, anche lui davanti al bivio.
Mario Bovenzi