
LyondelBasell ha scelto 15 anni fa di aprire uno sportello psicologico (foto d’archivio)
C’è chi di violenza contro le donne ne parla per creare un ecosistema favorevole al lavoro. Una vera e propria mission, entrata a pieno titolo nella strategia aziendale. È il caso di LyondelBasell, la principale impresa insediata al Petrolchimico che ha scelto quindici anni fa di aprire uno sportello di supporto psicologico dedicato ai lavori del Polo. Fra gli altri, ultimamente è stato avviato un percorso di sensibilizzazione proprio per il contrastare la violenza verso le donne. La professionista, psicologa e psicoterapeuta che segue tutto questo è Paola Barbiero. Lo sportello è incardinato nel servizio sanitario del Petrolchimico gestito da Ifm (condotta dal pragmatismo visionario di Paolo Schiavina).
Barbiero come nasce l’idea di aprire un laboratorio di sostegno psicologico ai lavoratori del Petrolchimico?
"È stata un’intuizione molto innovativa, quindici anni fa. È stato fra i primi ambulatori di sostegno psicologico per i lavoratori all’interno di un polo industriale a livello nazionale. Originariamente, era un punto di ascolto e supporto per gli addetti delle diverse aziende insediate in piazzale Donegani, incentrato esclusivamente su problematiche inerenti l’ambito lavorativo. Poi, negli anni, si è trasformato in un luogo nel quale i lavoratori hanno trovato un supporto anche per i loro problemi di carattere personale".
Basell ha scelto di impegnarsi concretamente nella lotta contro la violenza sulle donne. Qual è il punto di vista dell’azienda?
"La sensibilizzazione su questi temi da sempre fa parte del dna valoriale dell’azienda. Basell ha sempre considerato le risorse umane e il benessere dei propri dipendenti come elementi centrali della propria attività. Per cui era naturale, in questa ottica, avviare questo tipo di percorso che nei fatti ha come fine ultimo la costruzione di una coscienza collettiva improntata al rispetto reciproco. Che, in ottica aziendale, si traduce anche in migliori prestazioni lavorative".
Come si articola questo percorso?
"Sono stati organizzati diversi appuntamenti seminariali dedicati ai diversi aspetti e alle forme di violenza sulle donne: da quella verbale a quella fisica. Un modo anche per ‘prevenire’ o per riconoscere comportamenti e linguaggi violenti in particolare nei luoghi di lavoro. Parallelamente, sarà realizzata una pièce teatrale dedicata proprio a questa tematica".
Lei è in qualche modo una memoria storica del Petrolchimico. Quali sono le problematiche che più spesso le vengono sottoposte da parte dei lavoratori?
"Il Polo è una realtà composita, però molto avanzata sul piano della consapevolezza. Per cui, episodi di violenza (anche verbale) o di molestie sul luogo di lavoro non ne sono mai state segnalate. D’altra parte, non solo i lavoratori, ma anche dirigenti e responsabili sono particolarmente formati in questo senso. Per cui, per lo più si tratta di problemi di carattere relazionale. Il lavoro in team, gli stress determinati da un certo tipo di responsabilità anche in funzione del ruolo e dell’azienda nella quale si lavora".
Quante prestazioni eroga il suo ambulatorio?
"Non saprei darle un numero preciso. L’ambulatorio è aperto due giorni alla settimana per diverse ore. L’agenda, è sempre piena. Direi quindi che, annualmente, siamo nell’ordine delle centinaia".