VALERIO FRANZONI
Cronaca

Berco, tempo scaduto. Solo in 158 lasciano. Si torna al ministero

I sindacati: "La situazione resti ‘congelata’, trattiamo" .

Una delle proteste dei lavoratori davanti allo stabilimento copparese della Berco, all’indomani dell’annuncio dei licenziamenti

Una delle proteste dei lavoratori davanti allo stabilimento copparese della Berco, all’indomani dell’annuncio dei licenziamenti

Sono scaduti ieri i termini per la procedura di mobilità volontaria alla Berco di Copparo. Ad aderire sono stati 158 lavoratori, rispetto alla quota prevista di 400, stabilita nell’ambito degli accordi assunti lo scorso 25 novembre tra organizzazioni sindacali e azienda al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ed è proprio a palazzo Piacentini a Roma che le parti sono state riconvocate per il prossimo 28 gennaio su richiesta avanzata dai sindacati a seguito dell’incontro del 9 gennaio, quando è stato illustrato il Piano industriale previsto per il gruppo e che non ha pienamente dipanato i dubbi dei rappresentanti dei lavoratori riguardo alle prospettive dello stabilimento copparese.

Questi, dunque, gli sviluppi rispetto alla vertenza avviata lo scorso ottobre, quando l’azienda aveva aperto una procedura di licenziamento collettivo per 480 lavoratori (per fronteggiare difficoltà dovute agli impatti dei conflitti internazionali e all’aumento di costi energetici e materie prime), poi ritirata al termine del confronto al Mimit del 25 novembre, e sostituita con un percorso di esodo volontario con incentivo di 57mila euro lordi, oltre all’intesa per l’avvio di una negoziazione rispetto alla contrattazione aziendale attualmente in essere. Le organizzazioni sindacali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm auspicano in un prosieguo della trattativa, a "bocce ferme" sino al prossimo incontro programmato al Mimit e volto in particolare a scongiurare il riavvio dei licenziamenti collettivi. "Oggi (ieri, ndr) sono scaduti i termini della procedura di mobilità volontaria – rimarca il segretario provinciale della Uilm, Alberto Finessi –. E ora attendiamo l’incontro che le segreterie nazionali hanno richiesto e ottenuto al Mimit e auspichiamo che sino ad allora non vengano messe in atto iniziative unilaterali da parte dell’azienda, con cui nei giorni scorsi avevamo avviato anche una negoziazione riguardo la contrattazione aziendale per valutare soluzioni di rimodulazione che da un lato consentano di non togliere salario ai lavoratori, e dall’altro ridurre l’impatto economico per l’azienda. Una negoziazione momentaneamente sospesa, anche in attesa di conoscere il Piano industriale che ci è stato presentato il 9 gennaio".

Secondo Finessi è ora più che mai necessario un impegno da parte delle istituzioni per ricercare le migliori soluzioni che tutelino occupazione e accompagnino Berco fuori dalla crisi. Per il segretario provinciale della Fiom Cgil Stefano Bondi sarà importante il tavolo al Mimit: "Un passaggio d’obbligo per proseguire nella trattativa volta a scongiurare i licenziamenti. Tendo ad escludere che, sino ad allora, possano profilarsi atti unilaterali da parte dell’azienda, al momento non abbiamo avuto alcuna comunicazione in tal senso e l’auspicio è che la situazione resti congelata sino ad allora, per permettere di trovare le migliori soluzioni, anche alla luce del dato emerso dalla procedura di mobilità volontaria". Dalla propria pagina Facebook, il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni evidenzia come ora ci si trovi ad "ad affrontare uno snodo tanto cruciale quanto delicato di questa crisi. È fondamentale scongiurare l’avvio di una nuova procedura con licenziamenti unilaterali e approdare a un’intesa sostenibile" con l’obiettivo di individuare "una soluzione alla vertenza quanto più possibile accettabile per i lavoratori e le loro famiglie e per il territorio tutto".