REDAZIONE FERRARA

Corruzione e istigazione all’incendio: "L’agente deve essere assolto". La richiesta della pubblica accusa

Processo a Cristiano Valentino, al termine della requisitoria il pm: "Non dimostrata la piena colpevolezza". Soddisfatta la difesa, l’avvocato Lovison: "Ricostruita in aula una vicenda diversa da quella denunciata". .

Corruzione e istigazione all’incendio: "L’agente deve essere assolto". La richiesta della pubblica accusa

Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Isabella Cavallari ha chiesto l’assoluzione dell’imputato, Cristiano Valentino, operatore di polizia giudiziaria perché non è stata dimostrata inconfutabilmente la prova della colpevolezza, considerando quanto emerso anche dalle testimonianze ascoltate in aula, nel corso del processo. Ma anche dalla ricostruzione dei turni emersi così come dalle memorie difensive. Insomma non è stata formata la prova ’oltre ogni ragionevole dubbio’ che l’imputato abbia commesso i reati, molto gravi, che gli vengono contestati. C’è ovviamente soddisfazione da parte del legale della difesa, l’avvocato Denis Lovison. "Vediamo con soddisfazione – sottolinea – la conclusione cui è giunta la pubblica accusa. Significa che siamo riusciti a dimostrare che i fatti non sono andati proprio così come riportato nelle denunce. Ci auspichiamo, quindi, che anche il Tribunale accolga questa richiesta, perché il mio cliente è innocente". Al termine dell’arringa della difesa, il tribunale in composizione collegiale (presidente Piera Tassoni con i giudici Alessandra Martinelli e Giuseppe Palasciano) ha rinviato a una prossima udienza per eventuali repliche delle parti e poi per la sentenza.

La vicenda. Valentino è finito a processo con una serie di accuse pesanti, relative al periodo in cui era in servizio nel carcere dell’Arginone. In particolare, gli viene contestato di aver ricattato detenuti per ottenere sigarette, minacciandoli di fare rapporti sfavorevoli se non otteneva ciò che voleva. Avrebbe infine istigato a incendiare l’auto di un collega.Le accuse nei suoi confronti sono concussione, induzione alla corruzione e istigazione all’incendio. Lo scorso anno Valentino è stato colto da un grave malore poche ore dopo la fine del suo interrogatorio in aula. La pressione dovuta alle accuse che ha sempre respinto e lo stress del lungo esame potrebbero avere avuto un ruolo in quel malessere che lo ha lasciato a lungo tra la vita e la morte. Dopo una complessa convalescenza ha potuto comunque essere presente anche ieri mattina in aula, in sedia a rotelle. Uno dei testi ascoltati nel corso delle precedenti udienze, aveva spiegato che all’origine delle denunce ci sarebbero stati alcuni colleghi che avevano intenzione di allontanarlo dalla sezione.

Cristina Rufini