Due spettacoli, una sfida a teatro. È il festival ’Totem scene urbane’

Si terrà stasera a Pontelagoscuro ’Deep Blue’, l’esibizione che parla di umanità e nuove tecnologie. Si conclude il 29 novembre con ’Nessun elenco di cose storte’ che indaga il rapporto fra morte e gioco .

Due spettacoli, una sfida a teatro. È il festival ’Totem scene urbane’

Danilo de Giorgio in scena con ’Deep Blue. The brain’s last stand’

La XII edizione del festival Diffuso di Arti Performative Totem Scene Urbane è iniziata il primo

ottobre con lo spettacolo ’Il Piccolo Principe’ di Theandric Teatro Nonviolento di Cagliari, andando in scena davanti a più di 200 bambine, bambini e insegnanti delle scuole elementari del territorio. Gli appuntamenti con il festival proseguono oggi alle 19 con ’Deep Blue. The brain’s last stand’ di Fabbrica Esperienza, che vede in scena Danilo de Giorgio con la drammaturgia e regia di Alessandro Zatta, light design di Alphaomega, sound design di Danjo’, contributi voci di Marco Fagnani e Francesco Prestia, produzione di Fabbrica dell’Esperienza – Salti Piattaforma dell’Arte Teatrale. ’Deep Blue’ è la storia della prima vera sfida tra uomo e macchina. L’11 maggio 1997 un computer per la prima volta si rivelò più bravo di un essere umano, il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov. Una partita che ha segnato la storia dell’uomo. Da quella partita, che vedeva la compagnia americana Ibm contro il campione di scacchi russo, il progresso muove i suoi primi passi fino ad arrivare ai giorni nostri e all’uso dell’intelligenza artificiale.

Si domanda l’autore:"Ma davvero le nuove conquiste tecnologiche ci stanno proiettando verso ’il migliore dei mondi possibili’ o forse per strada stiamo piano piano perdendo pezzi della nostra umanità?". La XII edizione di Totem Scene Urbane si conclude venerdì 29 novembre alle 19 con ’Nessun elenco di cose storte’ di Atto Due, con Sandra Garuglieri e testo e regia di Oscar De Summa. Dopo una sciagura aerea, un terremoto, un incidente qualunque, vi è una grande attività intorno al luogo della disgrazia. I governi investono molte risorse per queste attività, perché non si può lasciare dei familiari di sciagure senza un corpo da piangere o, diversamente detto, non si può lasciare un corpo senza nome, ovvero senza la ritualità che a quel nome, secondo il proprio vissuto, corrisponde. Assegnando quel nome noi assegniamo l’indirizzo ad un dolore, gli diamo una forma attraverso un rito, un modo di essere vissuto e rappresentato: la vita eterna, la pace dei sensi, la liberazione dalle rinascite. Questo non vuole essere il racconto della squadra di ricerca, né dei migranti dispersi, ma della nostra relazione con la morte attraverso un gioco, attraverso un giallo che si propone, in modo ludico, di scoprire chi ha ucciso la morte. Tutti gli eventi di si svolgono presso il Teatro Julio Cortazar di Pontelagoscuro e sono a ingresso libero con prenotazione consigliata.