MARIO BOVENZI
Cronaca

Filma tre lupi nella sua campagna: "Erano a 20 metri, poi sono fuggiti"

Incontro ravvicinato a Gualdo, agricoltore in auto con un amico riesce a riprenderli per alcuni minuti. Studioso Unife: "Animale estremanente resiliente, il declassamento non è un ’liberi tutti’ ad abbatterli".

Incontro ravvicinato a Gualdo, agricoltore in auto con un amico riesce a riprenderli per alcuni minuti. Studioso Unife: "Animale estremanente resiliente, il declassamento non è un ’liberi tutti’ ad abbatterli".

Incontro ravvicinato a Gualdo, agricoltore in auto con un amico riesce a riprenderli per alcuni minuti. Studioso Unife: "Animale estremanente resiliente, il declassamento non è un ’liberi tutti’ ad abbatterli".

E’ sabato 7 dicembre, l’altro giorno. L’orologio sul cruscotto segna le 15,30. Raffaele Barotti, i campi a Gualdo (Voghiera), quel momento se lo ricorda molto bene. Era in auto con un amico quando, sul lato destro della vettura, nel verde del grano appena accennato vede tre lupi. Prende il telefonino e comincia a filmare, nel video si sentono le sue parole. "Eccoli lì i lupi, adesso sono scappati, sono lontani. Erano a venti metri da noi", le sue parole. Barotti, che fa parte di Confagricoltura, riesce a riprenderli due volte. Nel secondo video si allontanano velocemente, si mettono a correre. "Non coltivo solo erba medica, ho anche un frutteto", racconta, la sua azienda agricola in via Martiri della Libertà, davanti all’agriturismo ’Alla Strozza’. "Purtroppo eravamo in auto, abbiamo perso qualche minuto prima di iniziare a filmare. Erano vicini, in mezzo alla strada". Non è la prima volta che si vedono i lupi nella campagna di Gualdo, un pastore che ha un gregge di pecore in quella zona per prudenza la notte chiude gli animali in una stalla. L’avvistamento arriva a pochi giorni dal ’declassamento’ del lupo da specie rigorosamente protetta a specie protetta.

Mattia Lanzoni, ricercatore di Unife, cerca di sgombrare dubbi ed equivoci. "Il declassamento – dice – non deve essere visto come un ’liberi tutti’ per poter abbattere individui. Dobbiamo essere consapevoli che non è semplice comprendere le dinamiche delle popolazioni di animali selvatici e, alla base di qualsiasi intervento, dovranno esserci le più robuste conoscenze scientifiche. Il lupo è una specie particolarmente resiliente, che ha riconquistato in modo del tutto naturale negli ultimi 50 anni ampi territori del suo areale pregresso in Europa, Italia e come successo anche in pianura e nel Delta del Po. Un processo in atto che determina situazioni nuove, positive e nello stesso tempo conflittuali. Noi stiamo continuando le attività di analisi sulla specie. Con l’anno nuovo dovremmo riprendere gli studi per capire l’evoluzione e le dinamiche delle popolazioni nel Ferrarese in collaborazione con il Parco e i comuni".