REDAZIONE FERRARA

Gare sull’acqua e nei giardini. A Codigoro presepi in ogni angolo

Capoluogo e frazioni si sono sbizzarrite nella creatività delle rappresentazioni. Domenica 5 i vincitori

Un’immagine del presepe della frazione di Pontemaodino, una delle tante rappresentazioni visitabili in questi giorni

Un’immagine del presepe della frazione di Pontemaodino, una delle tante rappresentazioni visitabili in questi giorni

Codigoro si rivela un comune dove la creatività nell’allestire i presepi trova grande spazio durante le festività natalizie. Tante le rappresentazioni, alcune decisamente originali e aggregative di una comunità. A Mezzogoro prosegue la simpatica competizione, giunta al quarto anno, che vede le famiglie partecipanti allestire nel giardino di casa un presepe nell’ambito della manifestazione "Crea il tuo presepe". Domenica 5 gennaio la giuria decreterà il vincitore. A Caprile torna il presepe a grandezza naturale allestito nel boschetto davanti alla chiesa che ripropone la scenografia della Natività.

C’è poi quello artistico e stupendo, soprattutto la sera, realizzato sul fiume dal Circolo Volano con le sculture di Enrico Menegatti. Molto bello e intimo, poiché le figure sono ricavate da pezzi di legno trovati sulla spiaggia.

C’è la mostra nella sala della Pro Loco con grande sfoggio di fantasia, e altri presepi, ognuno con la propria magia, sono stati realizzati anche a Pontelangorino, in piazza Matteotti e ben due nella frazione di Mezzogoro, uno in piazza e un altro nel cortile della canonica.

Tuttavia molto originale è quello di Pontemaodino, che dopo l’annunciazione dell’angelo l’8 dicembre scorso ha visto, da una giovinetta attorniata da un gruppo di bimbi, porre in un pagliericcio che fungeva da culla il bambinello la vigilia di Natale. Un presepe nel quale le ricostruzioni dei luoghi, degli oggetti e degli abiti si rifanno all’immediato dopo guerra. Una rappresentazione molto suggestiva, allestito da un gruppo di tre volontari della frazione codigorese, che si può osservare sulle sponde del canale Galvano nel quale, con cura maniacale, sono state riproposti gli usi, ciò che si faceva con il poco che si aveva per vivere, delle famiglie nelle campagne del basso ferrarese.

Così è stata ricreata non la grotta, ma una dimora umile coperta da canne palustri, nella quale il capofamiglia ravviva il fuoco mentre la moglie è intenta a fare la sfoglia con un po’ di farina e le uova. Una capanna che ogni anno per quasi un mese viene ricostruita utilizzando legno, canne e anche polistirolo, grazie al quale fa bella mostra un antico pozzo da dove attingere l’acqua. A fianco, in un’umile stalla con Maria e Giuseppe, il bue e l’asinello con il bambino. cla. casta.