REDAZIONE FERRARA

Immigrazione portuense, lo studio

Il sindaco ha ricevuto quattro studentesse che si stanno occupando delle presenze straniere nel territorio

Dario Bernardi con le quattro studentesse dell’Ateneo ferrarese

Dario Bernardi con le quattro studentesse dell’Ateneo ferrarese

La migrazione impetuosa di stranieri, soprattutto pakistani, diventa materia di studio da parte dell’Università. Nei giorni scorsi il sindaco di Portomaggiore, Dario Bernardi, ha ricevuto quattro studentesse: studiano Scienze della comunicazione all’Università degli Studi di Ferrara e per un esame di Antropologia del terzo anno stanno facendo una ricerca sulle comunità di cittadini stranieri a Portomaggiore, quindi hanno voluto incontrare il sindaco e anche gli uffici.

"È stata una bella conversazione a tutto tondo e sincera sulla quotidianità – racconta il primo cittadino di Portomaggiore – i problemi, la storia, i progetti passati e attuali sulle sfide complesse e importanti dell’integrazione, indubbiamente una nostra particolarità. Sono orgoglioso che qualcuno possa approfondire attraverso la nostra esperienza temi così importanti per il nostro futuro e non certo solo a livello locale. Non c’è progresso, né soluzione delle difficoltà senza studio e ricerca. Spero di aver fatto conoscere loro una realtà che si confronta ogni giorno con le sfide dell’immigrazione, senza mai nascondersi e cercando sempre, per quanto difficile, di trovare la strada per migliorare".

Evidentemente l’incremento migratorio degli ultimi anni non è passato inosservato anche nell’ateneo estense, mentre a livello locale se n’erano accorti eccome. Ormai la percentuale di stranieri che si sono insediati è di circa il 20 per cento della popolazione totale. Portomaggiore è diventata una meta appetibile essendo capolinea della tratta ferroviaria con Bologna, che è la meta privilegiata degli immigrati, che trovano lavoro soprattutto nella cintura industriale bolognese.

La convivenza non è semplice, gli stranieri faticano a integrarsi, preferiscono interagire tra di loro. E anche tra le diverse etnie i rapporti non sono buoni. Prova ne sia che i pakistani si sono divisi anche nel luogo dove osservare i precetti religiosi: i pakistani hanno il centro islamico in via Galilei, mentre quelli del Nord Africa appena dopo il sottopasso del Vaticano, dove hanno ristrutturato uno stabilimento per la conservazione della frutta. Per cercare di trovare una mediazione era stata istituita nel 2004 la Consulta per l’integrazione, successivamente riformata nel 2012 con l’approvazione del nuovo regolamento comunale.

La Consulta per l’integrazione nasce come luogo di partecipazione e di consultazione per l’Amministrazione ed altre Istituzioni sulla materia dell’integrazione: al suo interno è infatti prevista la presenza di rappresentanti delle istituzioni locali e di rappresentanti di cittadini immigrati, oltre che da appartenenti di un Comitato per la convivenza civile formato da cittadini portuensi.

L’attività della Consulta è temporaneamente sospesa e sono in atto studi e progettazioni per la creazione di nuovi percorsi partecipativi.

Franco Vanini