MARIO BOVENZI
Cronaca

In corriera con gli operai. Da Masi fino alla Regione, doccia fredda dalla Tollok: "I 77 licenziamenti restano"

La multinazionale prende tempo, prossimo incontro il 22 ottobre sempre a Bologna. No agli ammortizzatori sociali. Tra le idee, che un imprenditore si faccia avanti e rilevi il sito.

La multinazionale prende tempo, prossimo incontro il 22 ottobre sempre a Bologna. No agli ammortizzatori sociali. Tra le idee, che un imprenditore si faccia avanti e rilevi il sito.

La multinazionale prende tempo, prossimo incontro il 22 ottobre sempre a Bologna. No agli ammortizzatori sociali. Tra le idee, che un imprenditore si faccia avanti e rilevi il sito.

Velocità di crociera, andante ma non troppo. Che a quell’ora l’autostrada è una fila di camion, ogni sorpasso un azzardo. Ha gli occhi buoni Sandro Tosi, 68 anni, stringe il volante della corriera che spazza la strada con i fari. "Sono spesso a Roma, anche il 18 porterò i lavoratori nella capitale", racconta. Lavorava alla Tper, è andato in pensione, si è messo a guidare bus di linea, pilota del trasporto su gomma. "Uno scenario non bello, speriamo". C’è un tir che vuole farsi largo, le luci che lampeggiano prepotenti. La speranza si spezza intorno alle 13. In Regione è finito l’incontro con i rappresentanti Tollok, lontana la casa madre. C’è di mezzo un oceano. A Chicago, 36mila dipendenti, fatturato 4 miliardi, stabilimenti in Usa, Cina, India, Spagna, Slovacchia, Regno Unito e Italia.

Secco no alla richiesta di Regione e sindacati di stoppare i licenziamenti. Altre amare conferme. Tutti a casa i 77 dipendenti, la produzione emigra in India. Niente ammortizzatori sociali. I nodi restano sul tavolo. L’impresa prende tempo, di nuovo qui il 22 ottobre, alle 15. Unico spiraglio, che si faccia avanti un imprenditore. Ma, in questo momento, è solo un desiderio. La trasferta a Bologna è finita, il morale sotto i tacchi, intatta la voglia di lottare. Si torna a Masi Torello, in quella che è una seconda casa, la tenda bianca davanti alla Regal Rexnord, da dove uscivano componenti per parchi eolici. "Avanti con il picchetto, sciopero a oltranza", ribadisce Hania Cattani (Fiom). Mancano 10 minuti alle 8 e, cascasse il mondo, Tosi ha sempre spaccato il minuto. Gli operai aspettano nel piazzale, bandiere e cartelloni nel ventre d’acciaio della corriera, si parte per Bologna. Alle 10,30 c’è l’incontro tra Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico, e Regal Rexnord. Sono una quarantina. C’è Jennifer Pavani, 42 anni, ha lavorato alla Ex Tollok per 22 anni. Il marito, ogni giorno per 30 anni a varcare quel cancello, oggi resta a casa. Ci sono i figli da portare a scuola. C’è, seduta nei primi posti della corriera, Patrizia Trombini, due figlie di 13 e nove anni. È sposata con Ivan Boarini, che lavora alla Berco, 480 esuberi a Copparo. Seduto in fondo Riccardo Bertazzini, 26 anni, di Formignana. La faccia pulita, lo sguardo preoccupato. "Sono il più giovane", dice, un ciuffo un po’ ribelle sotto il cappello. Quello che ha appena perso era il suo primo lavoro. "Avevo 19 anni quando sono entrato nell’azienda, ci credevo. Con la mia fidanzata volevamo avere figli, tanti progetti. Non c’è rimasto in mano nulla", scuote la testa.

Tappa all’autogrill, Bologna è più vicina. Tosi e la sua corriera si mangiano i chilometri. Eccolo lì, il palazzo della Regione. Tutti giù, bandiere e coraggio in spalla, si va a manifestare. Fischia di rabbia Luca Fazzi, di Copparo. "Ho lavorato dieci anni alla Berco, poi sono venuto qui. Facevo il supervisore della qualità. Mi hanno chiamato, era lunedì 7 ottobre. Tutti licenziati". Ha una figlia di 7 anni, la sua fidanzata porta a casa uno stipendio, hanno il mutuo da pagare. Ha un sorriso franco Stefano Gallerani, sposato, un figlio. "E un mutuo sulle spalle", parole che a tratti scompaiono sotto i sobbalzi del bus. Francesco Patria, 34 anni, e Andrea Mazzoni, 30, indossano ancora felpe e magliette della Tollok. C’è un disegno. Una bottiglia che versa vino, la scritta ’Riempi il bicchiere sempre’. Gioco di parole che richiama Regal business sistem. "Lavoro di squadra, passione, questo ci dicevano". Poi il disegno di un toro che scalpita sulla t-shirt. "Ci hanno lasciato giusto la maglietta".