FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

La lotta degli infermieri: "Stop a ferie e indennizzi, siamo pronti a scioperare"

Cisl e Nursind si schierano dalla parte del personale della Radiologia "Secondo l’azienda non sarebbero sufficientemente esposti a radiazioni".

Cisl e Nursind si schierano dalla parte del personale della Radiologia "Secondo l’azienda non sarebbero sufficientemente esposti a radiazioni".

Cisl e Nursind si schierano dalla parte del personale della Radiologia "Secondo l’azienda non sarebbero sufficientemente esposti a radiazioni".

C’è chi lotta in piazza contro la Finanziaria e chi preferisce affidarsi ai taccuini. Mentre nelle piazza italiane, sotto le bandiere rosse e azzurre (Cgil e Uil) s’intonano cori contro il governo, la Cisl di Ferrara (questa volta in sodalizio con il sindacato Nursind) prosegue il duello ingaggiato contro i vertici dell’azienda sanitaria. "Abbiamo già aperto lo stato di agitazione e, se i lavoratori ce lo chiederanno, siamo pronti anche a scioperare". Nella dialettica sindacale, il segretario della funzione pubblica, Kevin Ponzuoli si destreggia abilmente. Al centro della rivendicazione delle due sigle, c’è la "decisione unilaterale delle aziende sanitarie di togliere agli infermieri di radiologia di tutte le strutture non solo le indennità aggiuntive previste per legge, ma anche i giorni di ferie". In effetti l’orientamento di Ausl e Cona viene mostrato dai rappresentanti dei lavoratori attraverso una lettera. Apparentemente anonima – o, meglio – senza uno "scrivente" preciso, ma adamantina nel contenuto: "A seguito dell’aggiornamento della classificazione del personale esposto a rischio da radiazioni ionizzanti – si legge nella missiva – a partire dal mese di novembre (corrente, ndr), viene meno il requisito per la corresponsione dell’indennità di rischio radiologico e delle ferie aggiuntive previste dalla legislazione vigente".

Insomma, parafrasano Ponzuoli e Raffaele Ferioli (segretario Nursind) "secondo l’azienda gli infermieri non sarebbero sufficientemente esposti, stando a una nuova classificazione che si è svolta mediante un tavolo tecnico a cui le parti sociali non hanno preso parte se non come interlocutori "passivi". In tutto, fra le due aziende, sarebbero coinvolti 54 sanitari. Ma, la cosa che forse più fa uscire dai gangheri i sindacalisti è che "mentre agli infermieri viene tolta l’indennità, i medici continuano a percepirla". Una sorta, aggiungono, "di sperequazione, che genera uno squilibrio inaccettabile tra lavoratori che condividono gli stessi ambienti lavorativi". I risolti negativi di questa decisione presa, lo rimarcano "unilateralmente dalla direzione delle aziende sanitarie" sono molteplici secondo l’angolo prospettico attraverso cui Cisl e Nursind inquadrano la vicenda. "Oltre a non aver coinvolto le parti sociali – scandisce Ponzuoli – questa decisione penalizza fortemente un reparto strategico per le nostre strutture sanitarie. Eliminare l’indennità corrisposta ai lavoratori, significa di fatto incidere sulle loro vite. Senza la condivisione di queste decisioni con i loro rappresentanti".

Difficile, dunque, in queste condizioni immaginare che gli interlocutori possano trovare un facile punto di incontro. A maggior ragione, alza il tiro l’esponente della Cisl, "a fronte di un comportamento dell’azienda profondamente irrispettoso e che avrà conseguenze anche nel lungo periodo". Significa, in buona sostanza, "diminuire drasticamente l’appetibilità di un reparto fondamentale all’interno delle strutture sanitarie". In un momento storico nel quale, prosegue il sindacalista, "l’attrattività del pubblico impiego in particolare in ambito sanitario registra una forte crisi. Per cui – scandisce Ponzuoli – eliminare anche l’indennità di rischio agli operatori è davvero una scelta sbagliata". A fronte di tutto questo, l’orientamento espresso dai sindacati è quello di "aprire un tavolo in prefettura, con l’obiettivo di arrivare, per lo meno in quella sede, a una soluzione con l’azienda che possa tenere conto delle legittime rivendicazioni e dei diritti dei lavoratori". Questa, insomma, potrebbe essere la prima di una lunga serie di "puntate". Se non si troverà un accordo con la prefettura, forse, sarà l’occasione in cui anche la Cisl scenderà in piazza. Magari davanti a Cona.