
Dibattito al Meis con il demografo Sergio Della Pergola e gli ex presidenti. Calimani e Disegni: "Non sono negoziabili la dignità, la parità e l’uguaglianza".
"Un lavoro di nettezza urbana, di sanità pubblica" così Sergio Della Pergola ha definito il suo libro Essere ebrei oggi, che ha presentato nel pomeriggio di ieri al Meis in occasione del Festival del libro ebraico. Insieme all’autore hanno dialogato, oltre al nuovo presidente del Museo dell’ebraismo e della Shoah Guido Ottolenghi, anche due ex: Riccardo Calimani fino al 2016 e Dario Disegni fino al 2024 (con la moderazione di Adam Smulevich, giornalista di Pagine Ebraiche). Era prevista la presenza di Daniel Mosseri, direttore della testata, che non ha potuto partecipare a causa del Covid.
Quello di Della Pergola, secondo Smulevich, è "un libro fondamentale, necessario, è particolarmente interessante affrontare il tema dell’identità e di quale sia la percezione. Della Pergola è uno dei più grandi esperti di demografia ebraica e ha la formidabile capacità di rendere i numeri divulgativi. Nei nove capitoli del libro, tra cui uno sull’Italia ebraica, si ragiona di percezione, autopercezione ed è chiaro che l’identità ebraica non è un monolite".
A sottolineare il desiderio di oggettività che l’autore mantiene sempre fermo nelle sue pagine è anche Calimani, che si concentra in particolare sulla complessità dell’essere ebrei oggi. "Il libro ha una base scientifica solid a- spiega Disegni -, da cui si parte per toccare punti fondamentali per parlare di ebraismo oggi, temi difficili che affronta con grande abilità e profondità: essenza dell’ebraismo, attraverso quali comportamenti si manifesta e naturalmente un’ analisi della situazione degli ebrei oggi, molto approfondita e diversificata su tre aree differenti tra loro: Israele, Stati uniti ed Europa occidentale. Il libro vuole porre punti fermi che tutti dovrebbero conoscere prima di parlare in maniera corretta di ebraismo. Da Sergio della Pergola ci aspettiamo ora il libro Essere ebrei domani". La riflessione, seppure il libro sia stato concepito prima, risente degli eventi del 7 ottobre 2023che ha portato, secondo l’autore, a tre grandi passi indietro: "L’essere ebreo è molto meno accettato e ci si deve giustificare e prendere le distanze da cose prima non necessarie, poi vi è un indebolimento della presenza di Israele in Medioriente, vi è una negazione da molte parti che hanno sostenuto un testo genocida, come la carta costitutiva di Hamas, leggendo le situazioni e con le dovute precisazioni si può parlare di Shoah. Terzo passo indietro è la visione dell’Occidente come farò di inclusione e democrazia".
"Cosa chiedono gli ebrei oggi? – è la riflessione finale di Sergio della Pergola –. Non sono negoziabili la dignità, la parità e l’uguaglianza, come scritto nella Costituzione italiana, insieme alla memoria, spesso contestata, propria del gruppo, quindi autonoma e non concessa da altri, infine la sovranità. Se gli ebrei sono un popolo hanno il diritto a una sovranità e uno Stato, senza calpestare altri stati. Dignità, memoria e sovranità non sono negoziabili, farlo è antisemitismo, o come lo intendo io, antiebraismo".
Lucia Bianchini