REDAZIONE FERRARA

L’eccidio del Castello. La memoria si rinnova: "Sacrificio per la libertà"

La giornata si è aperta con un incontro per le scuole, poi la cerimonia al muretto. L’assessore Gulinelli: "Ferrara ha visto l’orrore ma ha ritrovato luce e speranza".

La giornata si è aperta con un incontro per le scuole, poi la cerimonia al muretto. L’assessore Gulinelli: "Ferrara ha visto l’orrore ma ha ritrovato luce e speranza".

La giornata si è aperta con un incontro per le scuole, poi la cerimonia al muretto. L’assessore Gulinelli: "Ferrara ha visto l’orrore ma ha ritrovato luce e speranza".

Si è rinnovato ieri mattina l’appuntamento con la memoria dell’eccidio del Castello del 15 novembre del 1943. La mattinata dedicata al ricordo della fucilazione di undici oppositori del regime fascista è cominciata in municipio, con un incontro dedicato alle scuole. ‘Perdere il passato significa perdere il futuro. La lunga notte del ‘43 fra storia e memoria’ è il titolo dell’iniziativa rivolta ai ragazzi con letture di Tommaso Calabri a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea. Alle 11 le celebrazioni si sono spostate all’esterno, davanti al muretto del castello dove erano state posizionate le sagome delle vittime. Qui si è tenuta la commemorazione dei fatti di quella tragica notte, alla presenza del prefetto Massimo Marchesiello e delle autorità cittadine. Qualche parola sull’importanza di ricordare quei momenti bui della nostra storia è stata pronunciata dall’assessore alla Cultura Marco Gulinelli.

"In quella notte oscura, undici nostri concittadini furono brutalmente strappati alla vita, vittime di una violenza cieca e spietata – così Gulinelli –. Corso Martiri della Libertà e il Castello estense ne sono testimoni. Su questo suolo, esattamente 81 anni fa, venivano uccisi da squadre fasciste oppositori del regime, come rappresaglia per l’assassinio del federale Igino Ghisellini, assassinato due giorni prima nei pressi di Bologna". Tra le vittime di quell’atroce notte ci furono il magistrato Pasquale Colagrande, e gli avvocati Giulio Piazzi, Ugo Teglio e Mario Zanatta. Stessa sorte anche per il senatore Emilio Arlotti, Mario e Vittore Hanau, Alberto Vita Finzi, l’ingegnere Girolamo Savonuzzi, Arturo Torboli e Cinzio Belletti. "Resistere all’ingiustizia per la libertà" è la ‘ragione’ di quel sacrificio, secondo l’assessore. "I corpi – ha aggiunto – vennero lasciati davanti al muretto del Castello per tutta la mattina, come monito per i ferraresi, rendendo indelebile una delle pagine più oscure e drammatiche della storia della nostra città. Niente a Ferrara, dopo questo episodio, sarà come prima. A testimoniare e a tramandare il peso di questa memoria sono stati proprio i grandi autori della nostra terra, che con la loro arte hanno saputo raccontare la storia e il dolore di quel periodo. Penso a Giorgio Bassani, che con la sua sensibilità ha saputo tradurre il dramma di Ferrara in parole potenti, toccanti, universali". Questa storia, ha concluso Gulinelli, "ha continuato a vivere anche grazie al film La lunga notte del ’43, del regista Florestano Vancini, ferrarese anche lui, che ha saputo trasformare il racconto di Bassani in immagini altrettanto potenti e capaci di trasmettere l’angoscia e il dramma di quella notte. Ferrara ha conosciuto il buio della guerra, l’orrore della violenza, ma ha anche saputo ritrovare la luce della ricostruzione e della speranza. Oggi, mentre onoriamo il ricordo di questi martiri della libertà, vogliamo rinnovare il nostro impegno come cittadini e come comunità, affinché tragedie simili non si ripetano mai più". Le iniziative proseguiranno oggi alle 16 nella sala della parrocchia San Giuseppe Lavoratore (via Panetti 3)

con un incontro sullo scautismo nel periodo fascista.