Mafia nigeriana, l’Appello. Il Comune parte civile: "Noi, in aula a testa alta"

Dopo le maxi condanne in primo grado, il caso torna in tribunale il 20 settembre "Per anni è stato negato lo stato di abbandono in cui versava la città" .

Mafia nigeriana, l’Appello. Il Comune parte civile: "Noi, in aula a testa alta"

La lettura del dispositivo della sentenza mafia nigeriana

Il caso mafia nigeriana torna in un’aula di giustizia. È fissata per il 20 settembre in corte d’Appello a Bologna la prima udienza del processo di secondo grado che vede alla sbarra il clan degli Arobaga Vikings. Il Comune – rappresentato dall’avvocato Giacomo Forlani – ha deciso di proseguire come parte civile, come si era costituito in primo grado, e farà di tutto per ottenere il pagamento di tutte le provvisionali immediatamente esecutive. In primo grado, l’amministrazione aveva ottenuto una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 100mila euro. La sentenza di primo grado era arrivata il 7 giugno dell’anno scorso, quando i diciassette cittadini nigeriani finiti alla sbarra con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato allo spaccio di sostanze di stupefacenti avevano ottenuto una condanna complessiva di 230 anni di carcere, con pene che andavano da un minimo di 9 a un massimo di 22 anni.

I fatti, a partire dal tentato omicidio con il machete in via Morata, per arrivare poi alla famosa ‘rivolta dei cassonetti’ in viale Costituzione, erano stati giudicati a stampo mafioso. Vista la complessità del tema e il numero di imputati, la Sezione seconda della corte d’Appello ha fissato tre udienze per le questioni preliminari e le discussioni delle difese. "Affronteremo a testa alta – commenta l’assessore alla Sicurezza Nicola Lodi – anche il secondo grado di giudizio, così come abbiamo affrontato il primo: certi di essere sulla giusta strada. Da ben prima che ci insediassimo come amministrazione, eravamo convinti, nonostante anni di accuse da parte di alcune fazioni politiche di ‘percezioni’ e di ‘spettacolarizzare’ le operazioni delle forze dell’ordine in Gad, di essere dalla parte della ragione. Eravamo certi che il clima di terrore che si respirava in determinate zone di Ferrara non fosse semplicemente frutto delle nostre impressioni, ma che ci fosse dietro un’associazione a delinquere ben organizzata e con scopi precisi: essere padroni della città e usarla per i propri interessi. Ad oggi non è più così e non lo sarà più per molto tempo. Abbiamo fiducia nella giustizia, l’abbiamo sempre avuta, e siamo pronti a questa nuova fase del dibattimento, che affronteremo nuovamente a testa alta".

"Questa convinta decisione – spiega l’assessore con delega agli Affari Legali Francesca Savini – rappresenta il percorso ovvio e naturale di una linea politica intrapresa sin dall’inizio del primo mandato dell’amministrazione Fabbri. La situazione che ereditavamo dalla sinistra era a dir poco tragica: per avallare scelte politiche sconsiderate il Pd ha nascosto per anni la testa sotto la sabbia, negando l’evidente stato di totale abbandono della città nelle mani di una delinquenza diffusa, in un clima di insicurezza dilagante, arrivando a negare l’esistenza di un fenomeno che successivamente poi è stato classificato proprio come Mafia Nigeriana. Un indirizzo chiaro e convinto quello dell’amministrazione Fabbri che, con anni di battaglie coraggiose, si è sempre schierata dalla parte della legalità e della giustizia".