Due anni e mezzo. A tanto, secondo la procura, deve essere condannata l’ex maestra Mariella Andreotti, 53 anni, imputata di maltrattamenti nei confronti dei bambini che le erano stati affidati all’asilo comunale di Copparo. La richiesta di pena è arrivata ieri mattina al termine della requisitoria del pubblico ministero Barbara Cavallo, pronunciata nella fase conclusiva del secondo processo (il primo aveva una diversa imputazione) su quei fatti. Dopo la pubblica accusa hanno preso la parola i legali delle parti, Stefano Scafidi per le parti civili, Vittorio Zappaterra per il Comune in veste di responsabile civile e Gianni Ricciuti per lo stesso ente nei panni di parte lesa. La difesa dell’imputata, sostenuta dall’avvocato David Zanforlini, ha chiesto l’assoluzione. Parallelamente, il legale ha proposto il rigetto della domanda risarcitoria del Comune in quanto "non è stato provato il danno" e la trasmissione degli atti in procura in merito a uno dei carabinieri che ha svolto le indagini. Quest’ultima richiesta riguarderebbe una questione legata a una fonte confidenziale sentita dal militare. Ascoltate le conclusioni delle parti, il giudice ha rinviato al 22 ottobre per emettere la sentenza.
La vicenda risale a dicembre 2012, quando l’ex maestra di scuola d’infanzia venne denunciata per presunti comportamenti scorretti nei confronti dei piccoli. Secondo l’accusa, alcuni bambini avrebbero subito pizzicotti, trascinamenti sul pavimento, sarebbero stati sollevati per i polsi o per le braccia, oppure colpiti con un cucchiaio sulle gengive per essere costretti a mangiare. La prima indagine nacque dalla denuncia di un’ausiliaria al responsabile dell’amministrazione comunale di Copparo il quale, a sua volta, avvertì il dirigente scolastico. Quest’ultimo si adoperò per sospendere la maestra, trasferendola in seguito a un’altra mansione, in biblioteca.
Da quel momento è partito un lungo e complesso percorso giudiziario per l’ex insegnate, che nel marzo 2018 venne assolta con formula piena dall’accusa per il reato di abuso di mezzi di correzione. Tuttavia, in sede di Appello, nell’agosto 2020 i giudici chiesero di valutare la sussistenza del ben più grave reato di maltrattamenti sui bambini, facendo così ripartire da capo il processo. Dall’inizio del procedimento, l’amministrazione copparese si è costituita parte civile nel giudizio per dimostrare vicinanza nei confronti dei genitori. Tra venti giorni è dunque previsto il secondo verdetto su una vicenda che ormai va avanti da dodici anni.
Federico Malavasi