No vax morto a Ferrara. Vermifughi e idrossiclorochina, il protocollo di Ippocrateorg

L’uomo, un sessantottenne centese, si curava a casa con la telemedicina. Il medico reggiano che lo seguiva, contattato dal Carlino, non ha rilasciato dichiarazioni. E il sito sospende il servizio

A sinistra, il logo di IppocrateOrg; a destra, sanitari al lavoro in terapia intensiva

A sinistra, il logo di IppocrateOrg; a destra, sanitari al lavoro in terapia intensiva

Ferrara, 9 ottobre 2021 - "La nostra esperienza sul campo ci insegna che il Covid si può e si deve curare tempestivamente e a casa (...). IppocrateOrg sarà un laboratorio per smontare scientificamente i progetti manipolatori, per rivendicare la neutralità nella pratica medica, nella ricerca e sperimentazione scientifica, e per combattere i conflitti d’interesse esistenti e futuri. Ma anche per rivendicare una cittadinanza realmente attiva di ogni essere umano".

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È quanto si legge sul sito di Ippocrateorg, il movimento che si propone di assistere gratuitamente pazienti Covid, offrendo protocolli terapeutici che comprendono anche farmaci ‘alternativi’ o discussi in ambito scientifico. Tra questi l’Ivermectina (un vermifugo), l’Idrossiclorochina e la Colchicina a cui vengono affiancate altre terapie a base di anticoagulanti, cortisone, antibiotici e vitamine.

Anche Mauro Gallerani, il 68enne centese morto all’ospedale Sant’Anna dopo un mese di ricovero, si era affidato alle cure di un medico legato a Ippocrateorg. Si tratta di un professionista reggiano sul quale, pur non essendo formalmente indagato, sono in corso tutti gli accertamenti del caso. Contattato dal Carlino , il medico ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Così come Ippocrateorg, a ieri, non ha risposto alla richiesta di informazioni inviatagli via mail.

Intanto, sul sito del movimento è comparso un avviso che comunica agli utenti la sospensione del servizio di assistenza "per cause indipendenti dalla nostra volontà". L’annuncio ipotizza una ripartenza da lunedì e, allo stato, non è dato sapere quali siano le ragioni dello stop.

Appena sotto l’avviso, compare una raccomandazione: "In caso di saturazione minore di 94-95 o comunque in diminuzione, difficoltà respiratorie, affanno anche a modesti sforzi, non dovete attendere di rivolgervi a noi e non dovete attendere di essere contattati ma dovete ottenere visita ed eventuale ricovero, contattando" il 118 o andando al pronto soccorso. Passaggio che sembra ricalcare esattamente uno degli aspetti chiave dell’inchiesta della procura, quello cioè secondo cui al paziente deceduto non sarebbe stato detto di andare in ospedale quando la saturazione di ossigeno nel sangue era in picchiata.