
Sindacalisti e lavoratori davanti ai cancelli dell’azienda di Masi Torello in presidio dopo l’annuncio dei licenziamenti
A Masi Torello potrebbe nascere un altro braccio di ferro tra azienda e lavoratori, come già accaduto a Ostellato con i lavoratori della Bompani in agitazione con tanto di presidio per mesi e mesi. Poche ore dopo l’annuncio del licenziamento collettivo, davanti ai cancelli della Regal Rexnord si era formato un presidio, con i lavoratori e i delegati sindacali pronti a dare battaglia per salvare il posto di lavoro. "Dall’oggi al domani la Tollok ha licenziato i lavoratori per spostare la produzione all’estero – dice Emanuela Campi, delegata di Uilm –. Chiaro che ci opporremo con ogni mezzo: sarà sciopero a oltranza". "Alla Tollok uno stato di agitazione massiccio come oggi non era mai avvenuto – aggiunge Davide Malagò di Fiom-Cgil –. È stato un fulmine a ciel sereno, il 27 luglio c’era stato un incontro con l’azienda, ma non era emerso niente. È una batosta per il territorio e le famiglie dei lavoratori, la maggior parte della zona, con minoranza del 20% proveniente anche da fuori". Non usa giri di parole Diego Benati di Fim-Cisl: "Questa azienda vuole delocalizzare sulla pelle dei lavoratori. Un cinismo inaccettabile; c’era stato un calo del fatturato, ma ci avevano sempre rassicurato in ogni riunione di stabilimento, che aveva cadenza mensile". Insiste sul licenziamento improvviso anche Jennifer Pavani di Uilm: "In luglio c’era stato un incontro nel quale erano emerse difficoltà, con un calo di fatturato del 70%, ma avevano anche detto che nel mese di settembre avrebbero chiesto la cassa integrazione. Oggi (ieri ndr) per mezzo di una pec è arrivata una mazzata improvvisa".
Il segretario ferrarese di Fiom-Cigl Stefano Bondi anticipa che domani ci sarà un presidio sotto la sede di Confindustria, dove alle 10 ci sarà un incontro tra le parti. "Abbiamo spostato il confronto a un tavolo regionale – afferma – Hanno fatto una manovra a tradimento, una doccia fredda per tutti". Patrizio Marzola, segretario provinciale di Fim-Cisl, mette in chiaro che "prima di delocalizzare bisogna utilizzare gli ammortizzatori sociali". Amarezza, delusione e anche timore per il futuro, sono i sentimenti che ci hanno espresso alcuni lavoratori, che sono scesi davanti ai cancelli per protestare e difendere il posto di lavoro. Il primo a presentarsi ai nostri taccuini è Stefano Gallerani, un dipendente residente a Codrea, molto agguerrito e arrabbiato per la piega presa in azienda in modo così repentino. "Lavoro in Tollok dal 2019, ricordo che all’epoca in azienda eravamo in 160, si andava a gonfie vele, si lavorava 24 ore al giorno, con i turni e 6 giorni su 7. Dopo il Covid l’azienda ha cominciato a perdere colpi. Come vedo il futuro? Spero che non sia detta l’ultima parola. Per fortuna lavora mia moglie e in famiglia riusciremo parzialmente ad ammortizzare le conseguenze del licenziamento".
Riccardo Bertazzini è di Formignana, in Tollok dal 2018, e ricorda che negli ultimi tempi "si vedeva che c’erano segni di riduzione del fatturato, ma nessuno si aspettava una soluzione così drastica dall’oggi al domani. Non è umanamente accettabile un licenziamento del genere". Natascia Cobianchi è di Masi San Giacomo, è tra le veterane della Tollok, lavora in azienda dal 1998. "C’era stata una piccola crisi nel 2008 – ricorda – tanto che facemmo un po’ di cassa integrazione. Non c’è confronto con quello che è successo adesso. Niente a che fare con l’ultima crisi: licenziata senza alcun preavviso. In famiglia per fortuna le mie figlie lavorano, mentre il maschio, il più giovane, ancora no: sta cercando uno sbocco occupazionale. Non sarà facile tirare avanti, pagare il mutuo e le bollette".
Franco Vanini