
La cerimonia a San Paolo e nel Duomo, folla a Comacchio nel Santuario di Santa Maria in Aula Regia
"E’ bello vedervi numerosi ad aprire insieme l’anno giubilare, un anno di grazia, nella nostra Chiesa, dopo che il Papa Francesco l’ha aperto a Roma il 24 dicembre scorso, nella notte del Natale". Con queste parole l’arcivescovo Gian Carlo Perego ha dato inizio ieri all’omelia del rito del Giubileo.
Molte centinaia di fedeli hanno preso parte alla celebrazione, impreziosita da brani e musiche sacre eseguiti dal Coro San Martino e dalla Corale polifonica Emmanuel. Poco dopo le 17 la chiesa di San Paolo, di recente ristrutturata, è già piena. La partecipazione è trasversale: ogni età è rappresentata, ogni ceto sociale. Tutti seguono il rito aiutandosi con l’agile pubblicazione realizzata per l’occasione. Si comincia con una prima processione all’interno del tempio: davanti c’è la pesante croce portata da sette giovani, poi il vescovo, i sacerdoti, i diaconi, le autorità e i fedeli.
Le prime preghiere sono perché "Cristo, nostra pace e nostra speranza, sia nostro compagno in questo anno di grazia e di consolazione". Viene poi letto un brano della bolla papale di indizione del Giubileo, ad opera di rappresentanti di Scout, Azione cattolica e Comunione e liberazione: "Siamo chiamati a riscoprire la speranza anche nel segno dei tempi che il Signore ci offre". Ma ora è tempo di uscire fra la gente; si forma una lunga processione di fedeli accolti da un’altra folla radunatasi davanti alla cattedrale dove il vescovo compie l’atto di ingresso pronunciando la formula "Ave, croce di Cristo, unica speranza" mentre il popolo risponde "Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno". Dalle finestre del vescovado suonano le chiarine.
Si entra nello storico, amatissimo duomo e la prima preghiera è per la Madonna delle Grazie venerata nella cappella di destra. In un attimo tutti i posti a sedere sono occupati. Moltissimi rimangono in piedi. In prima fila le autorità capitanate dal prefetto Massimo Marchesiello; accanto a lui in rappresentanza del Comune l’assessore Chiara Scaramagli, per la provincia il presidente Daniele Garuti, per la Regione il consigliere Paolo Calvano, i vertici militari.
Prima della messa si svolge il rito della "memoria del battesimo". L’attesa è poi per l’omelia del vescovo che, con il papa, invita a riscoprire tra i segni, "la pace e la vita, e alcuni volti: i poveri, i migranti, i giovani e gli anziani, i carcerati, i malati. Sono segni che vedono talvolta nella storia il loro opposto: alla pace, la violenza e la guerra; alla vita la scelta di non avere un figlio nelle famiglie, o di scegliere la morte per una vita in grembo o per un anziano". A tutto ciò bisogna opporre la speranza. L’anno giubilare è dunque partito, molte saranno le iniziative collegate e i momenti di riflessione e di approfondimento di fede.
Alberto Lazzarini