Una strada che diventa un fiume. Auto che sembrano traghettare un torrente in piena. Basta, infatti, un piccolo temporale e la Statale 16 diventa un corso d’acqua. Il motivo? A San Biagio, durante i temporali, tracima la scolina di drenaggio dell’acqua che, tra l’ex banca e l’ex zuccherificio, scende e scorre ai piedi dell’argine del fiume Reno. In quel mezzo chilometro anche nei giorni scorsi ha sommerso la carreggiata della SS16. Il fenomeno crea seri rischi alla circolazione. E si è manifestato anche al passaggio di una delle ultime rievocazioni della "Mille Miglia". Che è transitata in quel punto con le ruote immerse nell’acqua, tra la pioggia battente e pericolose ondate. C’è anche chi ricorda la presenza di un’anatra, e del suo nido. Da allora poco o niente è stato fatto. Ma ancora oggi si chiede di mettere mano ad un radicale lavoro di pulizia, che dia anche a più sicurezza alla strada. La proposta dei frontisti è che la suddetta canalina, a cielo aperto, venga tombinata. Tra l’altro anche i pozzetti di raccolta, sono sempre intasati: stracolmi di erbacce, terriccio, rifiuti e detriti. Nell’attesa però le eventuali opere di bonifica sono oggetto di un rimpallo di competenze tra Anas, Comune, Soelia ed Hera. A chi spetta dunque la manutenzione? Bella domanda, ma senza risposta. Nel mentre si rischiano incidenti e danni ai veicoli. Tanto che ci son anche scivolati dentro diversi camion. Il caso più recente è dei giorni scorsi. Nella fattispecie la polizia locale, oltre che al servizio viabilità e di regolamentazione del traffico caotico di ritorno dal mare, ha spalato, coi badili, al buio, per aprire un varco al deflusso dell’enorme ristagno d’acqua che si era creato. Della questione se ne è fatto carico l’assessore ai lavori pubblici, Sauro Borea: "per stabilire-ha detto-a chi tocca intervenire". Intanto, i residenti sperano che la situazione si risolva il prima possibile. La Stale 16, in ogni caso, è sempre al centro del dibattito. È di pochi giorni fa la notizia che Il Tar ha accolto il ricorso di un agricoltore, il suo e di uno sparuto gruppo di cittadini di Argenta che si sono opposti agli espropri per realizzare la variante alla Statale 16, appena otto chilometri sui quali si sta misurando una lunga battaglia. Correvano gli anni Settanta, Sangiorgi – sempre lui – disse per la prima volta no, anche allora i lavori vennero fermati. Il il Tar ha un po’ confermato quello che è stata la sua linea già mesi fa quando fermò i cantieri per rimandare alla vera e propria sentenza. Quel tracciato così com’è non si può fare, tutto fermo. La variante, da Argenta a Ponte Bastia, anche a questo giro non si farà. L’ultima parola il Tar l’ha pronunciata. Resta aperto uno spiraglio per Anas e il Comune. Quello di rivolgersi al consiglio di Stato.
Nando Magnani