
Piazza Trento Trieste piena di passanti e turisti foto di Pierluigi Benini)
Mentre infuria la polemica – di alcuni – sull’adeguamento dell’imposta di soggiorno che il Comune ha deciso di applicare a partire dal primo di aprile, abbiamo deciso di guardarci attorno per capire se questo aumento sia in effetti così "pesante". La risposta, l’abbiamo trovata nei numeri di alcune città limitrofe. La nuova imposta di soggiorno che passa – mediamente – da 2,5 euro a notte a 3,5 euro a notte è perfettamente in linea con tantissime altre realtà simili a quella ferrarese. Anzi, in alcuni casi, è anche più bassa.
Per fare questo calcolo, ricavato dalla pubblicazione sui siti dei singoli comuni della tariffa, abbiamo preso un riferimento standard: una camera di albergo a quattro stelle. Nella vicina Mantova, per un pernottamento in una camera a quattro stelle, l’imposta di soggiorno applicata è di 4,5 euro. Un euro in più rispetto alla città estense. A Parma, l’imposta di soggiorno – alle stesse condizioni – è come quella applicata a Ferrara, così come a Lucca. A Rimini, costa 50 centesimi in più. Nel capoluogo di regione, Bologna, per una camera dal costo medio di cento euro, l’aumento è di 2 euro a notte, portando la tassa a sette euro. A Verona, siamo a un euro in più rispetto alla media ferrarese. Insomma, nulla che possa far risultare Ferrara una meta fuori mercato in termini di prezzi. Ma facciamo un passo indietro, visto che uno degli elementi di contestazione è legato alla tempestività.
L’istituzione della tassa di soggiorno risale al dicembre 2012. In quel Consiglio Comunale, tutta l’allora maggioranza votò compatta a favore della nuova tassazione che sarebbe entrata in vigore dopo sei mesi. Ma, ribadiamo, all’epoca si trattava di una rivoluzione copernicana perché si introduceva ex novo un’imposta. Oggi, invece, il Comune ha annunciato – con tre mesi di anticipo – un adeguamento che oscilla tra ottanta centesimi e un euro.
Ma andiamo al contenuto della delibera – approvata dalla maggioranza di centrosinistra – i cui intendimenti erano, come è normale che sia, quelli di sostenere le attività della filiera turistica per migliorare i dati legati alle presenze. "Nel triennio 2008-2010 – si legge nella delibera del Consiglio del 10 dicembre 2012 – le presenze turistiche testimoniano un, seppur lieve, decremento del flusso. Per poter incentivare e, comunque, mantenere costante negli anni sul territorio la presenza turistica, occorre investire in tale ambito, migliorando e offrendo adeguati servizi pubblici e idonei interventi per la conservazione e il miglioramento del patrimonio artistico e ambientale e per l’organizzazione e realizzazione di eventi culturali e, conseguentemente, un costante impegno di risorse finanziarie". Questi gli intendimenti della delibera. Più o meno quelli dichiarati dall’attuale amministrazione durante la riunione della scorsa settimana con le associazioni di categoria. Eppure, pare che il messaggio non sia passato in questo modo alle orecchie di alcuni fra i partecipanti (Federalberghi e Assohotel). Ma c’è un elemento che differenzia le due circostanze. Mentre la premessa della delibera del 2012 fotografava un contesto di lieve decremento turistico, attualmente – chiarita la questione dei dati turistici e considerando che ancora circa 80 strutture non hanno ancora comunicato correttamente i dati alla Regione – il contesto è di crescita in termini di pernottamenti in città.
Anzi, sotto questo profilo siamo in grado di fornire un ulteriore elemento. I dati che arrivano dal Comune – pur parziali – certificano quasi 498 mila pernottamenti. Mancano ancora da conteggiare gli ultimi dati relativi all’ultimo trimestre turistico. Per cui, possiamo dire con una buona dose di ragionevolezza, che traguarderemo i cinquecentomila pernottamenti.