FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Tragedia tra le mura del carcere. Detenuto si uccide in cella. I sindacati degli agenti:: "Vicenda traumatica per tutti"

Aveva 56 anni, aperta un’inchiesta e disposta l’autopsia: "Così lo Stato ha perso due volte"

Tragedia tra le mura del carcere. Detenuto si uccide in cella. I sindacati degli agenti:: "Vicenda traumatica per tutti"

Un lenzuolo utilizzato come corda e il corpo senza vita tra le mura della cella. È la terribile scena che si sono trovati davanti agli occhi gli agenti della polizia penitenziaria nella notte tra ieri e lunedì. È l’ennesimo suicidio che si consuma in un carcere italiano. La vittima è un 56enne di origine campana, collaboratore di giustizia detenuto all’Arginone. Al momento non sono chiare le ragioni all’origine del gesto anche se, stando a quanto emerso, per il detenuto non sarebbe stato segnalato un rischio suicidiario in quanto non erano mai emersi segnali premonitori.

Sul posto è intervenuto il medico legale che ha confermato la natura autolesionistica del gesto. Quando ha deciso di togliersi la vita, il 56enne era solo nella sua cella. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti e disposto l’autopsia per ‘cristallizzare’ le cause del decesso. La tragedia ha suscitato sconcerto e scatenato la dura presa di posizione del Sappe, sindacato degli agenti di polizia penitenziaria. "Questa mattina – si legge in una nota diramata da Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale – un detenuto si è tolto la vita all’interno della sua cella nel carcere di Ferrara. L’uomo è stato trovato dalla polizia penitenziaria che, nonostante sia intervenuta prontamente, non è riuscita a salvarlo come, il più delle volte, avviene in questi casi. Ricordiamo, infatti, – affermano i sindacalisti – che ogni anno la polizia penitenziaria salva la vita a circa 1.700 detenuti che tentano il suicidio, a volte anche per mettere in atto gesti dimostrativi, volti ad attirare l’attenzione e che poi possono finire in tragedia". Nonostante "le gravi carenze di organico", concludono i vertici del Sappe, "la polizia penitenziaria, grazie alla professionalità degli agenti, il più delle volte, riesce a salvare la vita dei detenuti. Questi episodi, spesso, costituiscono un trauma anche per gli operatori che intervengono in quel momento. Da qui la necessità di un adeguato supporto psicologico".

Il segretario generale della Uilpa Gennarino De Fazio spiega che "con il suicidio del detenuto collaboratore di giustizia, avvenuto nel carcere di Ferrara, lo Stato ha perso due volte. La prima perché non ha saputo salvaguardare una vita umana che gli era stata affidata; la seconda perché non potrà più avvantaggiarsi di un collaboratore di giustizia nella lotta alla malavita organizzata. La crisi del sistema penitenziario è profondissima e molto risalente nel tempo, il governo prenda atto dell’emergenza".