CRISTIANO
Cronaca

Zappaterra e il ruolo in Regione: "Parco, sviluppo e aree interne. Ferrara non sarà dimenticata"

La consigliera del Pd spiega il senso delle deleghe ottenute dal presidente de Pascale "Conferma la volontà di realizzare politiche mirate per la crescita del nostro territorio" .

La consigliera del Pd spiega il senso delle deleghe ottenute dal presidente de Pascale "Conferma la volontà di realizzare politiche mirate per la crescita del nostro territorio" .

La consigliera del Pd spiega il senso delle deleghe ottenute dal presidente de Pascale "Conferma la volontà di realizzare politiche mirate per la crescita del nostro territorio" .

Bendin

Gli incarichi di questore e delegata per le aree interne/parco del Delta rappresentano sicuramente un riconoscimento importante per Ferrara ma resta il fatto che nessun ferrarese comporrà la giunta de Pascale: un vulnus per il nostro territorio? Quale, secondo lei, il motivo di questa scelta del presidente?

"È vero – risponde Marcella Zappaterra, consigliera regionale del Pd –, nella giunta non c’è nessun ferrarese ma non significa che la nostra provincia sarà dimenticata. De Pascale ha scelto la sua squadra uscendo dagli schemi territoriali, ma garantendo il suo impegno diretto per Ferrara. La delega del Presidente su temi dirimenti per il nostro territorio a una Consigliera (unico caso in regione) conferma la volontà di realizzare politiche mirate per lo sviluppo del nostro territorio e potrò seguirne la realizzazione avendo come assoluta priorità proprio le specifiche e le istanze locali. Garantisco che sarò assolutamente di parte, glielo assicuro, nel fare gli interessi della nostra provincia!".

Nel dibattito su questa esclusione è emersa anche la debolezza del Pd ferrarese, diviso da personalismi e rivalità interne, per taluni scollegato dal territorio: che ne pensa? Cosa serve al partito per ripensarsi e superare la sindrome da “primi della classe” non capiti dai ferraresi?

"Per la prima volta da moltissimi anni il Pd (e il centrosinistra) sono arrivati davanti al centrodestra nella nostra provincia. Ci sono sensibilità diverse nel partito (come del resto in tutti i territori) e idee diverse rispetto a come porsi davanti agli elettori e di fronte alla destra, ma credo che se lavoriamo tutti come alle ultime elezioni regionali possiamo diventare davvero competitivi. Il nostro avversario deve essere la fragilità economica e occupazionale del territorio, la nostra distanza dai nodi commerciali e infrastrutturali. A chi nasce in provincia, e impiega ore per andare a scuola stretti come sardine su una corriera, o a chi vive isolato e non ha una bottega vicina, non interessa come costruiamo l’unità nel partito. Serve un approccio che tenga insieme la provincia, che sconta ormai quasi ovunque problematiche simili".

Nell’intervista di ieri sul Carlino, il sindaco Fabbri si appella al presidente de Pascale invitandolo a non dare ascolto al suo partito, intendendo quello ferrarese, e a prestare più attenzione al nostro territorio: cosa risponde?

"Il sindaco Fabbri con la polemica sul PD fa il suo mestiere, ma sa perfettamente che de Pascale ha chiaro chi ascoltare, così come ha chiari sia i problemi che le potenzialità di Ferrara. Vale quello che dicevo prima sul fatto che Ferrara deve fare la sua parte e non solo aspettare la Regione".

Per sua stessa ammissione le aree interne sono state un po’ dimenticate nel tempo: cosa serve per un loro effettivo rilancio? Su cosa si impegnerà concretamente?

"Va preso atto che le definizioni rigide sono un limite. Tra Viconovo e Fossalta (ad esempio) non ci sono differenze eppure una ricade nell’area Interna del Basso Ferrarese e l’altra no. Per tutte le aree svantaggiate servono interventi ad hoc, che sostengano chi ci vive e lavora (va esaurita la graduatoria del bando casa per le giovani coppie) e la promozione di nuovi investimenti. La sfida è mantenere i servizi che ci sono e rilanciare le attività dove adesso mancano per evitare lo spopolamento".

Da più parti si leva la richiesta di un maggior coordinamento tra i parchi del Delta veneto e ferrarese, per non parlare di una fusione tra i due enti: che ne pensa? Non è anacronistica la divisione attuale?

"Lo è. E non a caso il presidente mi ha delegato alle politiche relative al processo di istituzione del parco unico del Delta del Po per il quale il processo avviato qualche anno fa si è interrotto. Da ravennate, crede molto nelle potenzialità del Parco (non solo turistiche) e, per valorizzarlo, dobbiamo rimettere mano alla legge istitutiva e integrare le riserve della biosfera del Delta e del Po Grande. La delega che ha tenuto per sé nel decreto di nomina della Giunta e che mi ha girato è più di una dichiarazione di intenti".

Manca un coordinamento/confronto tra capoluogo e Comacchio: come mai? Come fare per colmare questa lacuna?

"Il problema è che manca la Provincia. Dopo l’abolizione del vecchio assetto, alle Province sono rimaste competenze residuali e poche risorse. In Emilia-Romagna siamo intervenuti con una legge che colmasse i buchi lasciati dal riordino nazionale ma è ormai improcrastinabile che il Parlamento ci rimetta mano. Sindaci, forze economiche e sociali e politica devono fare la loro parte, ma senza coordinamento istituzionale è difficile".