Carife, scettismo sul decreto dei ristori

I rimborsi saranno automatici per chi ha reddito sotto i 35mila euro e un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro

L'assemblea dei risparmiatori

L'assemblea dei risparmiatori

Ferrara, 30 aprile 2016 - Scetticismo e timore per i risparmiatori di Carife ‘azzerati’; il decreto approvato ieri sera dal governo mantiene nel purgatorio i possessori delle obbligazioni, e sprofonda sempre più all’inferno gli azionisti. La buona notizia è che i ferraresi rientreranno di fatto tutti nelle maglie dei risarcimenti, visto che le stime del governo parlano di appena 158 esclusi sugli oltre 10mila risparmiatori delle quattro banche (si tratta di persone che hanno acquistato sul mercato elettronico secondario a prezzi scontati, e per Carife i casi potrebbero contarsi sulle dita di una mano).

Ma il ristoro automatico, ovvero senza il ricorso all’arbitrato, non sarà per tutti ma solo per chi ha un reddito molto basso, inferiore ai 35mila euro lordi, o un patrimonio mobiliare (complessivo) sotto i 100mila euro: basterà una sola di queste condizioni a far scattare il rimborso forfettario sino ad un massimo dell’80%, ovviamente tenendo conto delle cedole e dei rimborsi già incassati dal risparmiatore dall’acquisto delle obbligazioni. Chi invece avrà un reddito sopra i 35mila euro e al tempo stesso un pacchetto di fondi, titoli e azioni sopra i 100mila euro, dovrà percorrere la strada dell’arbitrato. Ed a quel punto, dimostrare carte alla mano di essere stato in qualche modo ‘truffato’ dalla banca. A questo punto, possono iniziare le valutazioni più precise, sia da parte dei risparmiatori che della stessa Nuova Carife, sul numero degli obbligazionisti che rientreranno nelle condizioni base del ristoro automatico, e tendenzialmente anche delle cifre che potranno essere risarcite. Secondo il ministro Padoan, il 50% degli obbligazionisti rientrerà nel ristoro forfettario; per la banca cittadina significherebbe che 2.080 risparmiatori possono già contare sul risarcimento dell’80% del valore delle obbligazioni. Ma si tratta evidentemente di un dato a spanne. Nell’analisi svolta alcuni mesi fa, ad esempio, il numero degli investitori con un patrimonio di ‘bond’ presso la sola Carife oltre i 100mila euro, si attestava sulle 250-280 unità. Si tratta di capire ora se, sommando eventuali investimenti presso altri istituti di credito, questa platea di risparmiatori si amplierà, e di quanto. La stessa cosa dovrà evidentemente essere fatta per i redditi: quante persone con un reddito annuo superiore ai 35mila euro lordi dovranno ricorrere all’arbitrato per rientrare comunque del proprio investimento?

Le prime reazioni non sono tuttavia positive: il Codacons definisce «irricevibile» il decreto e annuncia un immediato ricorso al Tar, parlando di «gravi discriminazioni tra i risparmiatori» ma anche di «soglie di reddito troppo basse» per poter accedere al ristoro dell’80% del valore delle obbligazioni. E per gli azionisti, come detto, nessuno spiraglio.