Come è duro il cammino per chi arriva dalla A

Per ora Spal, Brescia, Lecce e il Monza di Galliani non volano. Ai biancazzurri manca la concretezza tipica del campionato cadetto

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La Spal cade per la prima volta dopo tre pareggi di fila, e inizia a conoscere la dura realtà del campionato di serie B. Non è un caso che il Brescia abbia un solo punto in più, e che neanche il Lecce trovi un cammino cosparso di sole rose e viole. Deluso sarà soprattutto chi ritenesse il ritorno in serie A una passeggiata. Non è mai stato così, per nessuno. Però vien difficile bastonare oltre misura la Spal per la sconfitta di Empoli. Il secondo tempo è stato bruttino, si è perso, però la vigilia di tamponi positivi e apprensioni assortite non è stata facile, e si era alla seconda gara in tre giorni. Oltre a perdere portiere e centravanti titolare (in assenza dell’altro attaccante centrale Floccari) più Strefezza, Marino ha perso energie fresche e possibilità di ricambio. E soprattutto per l’ariete offensivo, anche le prossime giornate si prospettano dure. Sebastiano Esposito non ha quei movimenti e quelle prerogative. Gli serve un 9 che gli faccia sponda, lui è più bravo quando parte decentrato in progressione cercando il tiro o appoggiandosi al compagno di reparto. Non son tanto questi i punti perduti che pesano, sono quelli lasciati a Cosenza e Pordenone, anche se in termini di classifica la Spal pareggiando in Toscana sarebbe rimasta a -4 dalla zona serie A diretta, e ora invece è a -7. Costante dell’undici di Marino in questo avvio sono le rimonte subite, tre in quattro partite. La Spal illude, a tratti convince anche, ma poi cala o di testa o di gambe, si abbassa e incappa nella fregnaccia che le costa punti su punti. Il maledetto 2020 le nega un successo pieno da marzo. Nessuna squadra italiana manca l’appuntamento con i tre punti da tanto tempo. E che ci si interroghi sul male oscuro che attanaglia i biancazzurri, sfortuna a parte, diventa normale. Problemi fisici? Può essere. Psicologici? Sicuro. Di mentalità e adattamento alla categoria? Anche.

Le poche stille di ottimismo i tifosi le cercano in quegli sprazzi di gioco che la squadra ha mostrato nelle ultime due gare. Per un’ora a Lignano e per cinquanta minuti a Empoli, la Spal ha convinto, è piaciuta per manovra e identità. Non dura, però. E subire cinque reti negli ultimi 180’ è pesante, perchè almeno la fase difensiva doveva essere subito una eccellenza dei biancazzurri.

Gli amanti della cabala possono consolarsi col fatto che nell’ultima B, quella trionfalmente vinta a sorpresa, la Spal era partita con 5 punti nelle 6 giornate iniziali, prima di mettere il turbo e suonarle a tutti. Si può aggiungere che Monza, Empoli e Pordenone, squadre importanti in categoria, non sono sembrate superiori a Vicari e compagni, e che si scorgono fasi di bel gioco. Ma fino a che la classifica lacrima, fino a che non ci si sblocca vincendo almeno una partita, che non è chiedere la luna, soltanto di consolazioni appunto si tratta. Rischia di essere dura ancora, se i tamponi di oggi daranno altri esiti positivi, cioè negativi per la Spal. Ma non bisogna cercare alibi, nè indulgere nel vittimismo. Marino nel post-partita di Empoli non lo ha fatto, ed è buon segno. Bisogna però che il tecnico, che calca la B da più anni, riesca a mentalizzare i suoi circa la concretezza che questa categoria richiede. C’è qualche lacuna in organico, è vero, accentuata dall’indisponibilità contemporanea di diversi giocatori. Ma per vincere una partita ogni tanto e restare a galla in vista di tempi migliori, per questo almeno la rosa è attrezzata.

Mauro Malaguti