JACOPO CAVALLINI
Cronaca

"I playoff erano possibili. La B? Rifirmerei per la Spal. Il futuro sono Rao e Nador"

Il centrocampista arrivato a gennaio è stato uno degli artefici della salvezza "Bravo mister Di Carlo a capire che cosa ci serviva, poi il cambio di modulo. C’è rammarico per i mancati spareggi, ma teniamoci stretti questo risultato". .

Alla salvezza della Spal ha contribuito pure il talento di Marcel Buchel, centrocampista classe 1991 che è stato il perno del reparto mediano dei biancazzurri nel momento della risalita. Arrivato a metà gennaio, ha messo insieme quattordici apparizioni nelle quali ha dimostrato indiscusse qualità tecniche: la sua storia con la Spal sembrava potersi intrecciare già lo scorso anno, poi non se ne fece nulla per il ‘no’ di Daniele De Rossi. Nell’agognata salvezza biancazzurra, raggiunta in ogni caso con una giornata d’anticipo, c’è anche lo zampino del centrocampista del Liechtenstein, che non nasconde però un pizzico di rammarico per dei playoff che potevano essere alla portata.

Marcel, partiamo dalla vittoria col Pineto che vi ha regalato la salvezza…

"C’erano 10mila persone allo stadio, è sempre bello vincere davanti al nostro pubblico. Abbiamo percepito l’entusiasmo della nostra gente, credo che nelle ultime giornate si sia ricreato quello che si era perso nel corso dei mesi. Peccato che il campionato stia giungendo al termine proprio ora".

Sono passati tre mesi e mezzo da quando lei è sbarcato a Ferrara, cosa è cambiato da allora?

"La squadra era già di suo molto giovane, non è facile affrontare la C e pensare di tornare vincenti al primo anno dopo una retrocessione. Sicuramente da quando è tornato mister Di Carlo ci ha dato serenità e organizzazione, prima i risultati non arrivavano e c’era la paura di finire in fondo alla classifica: ci siamo ricompattati, abbiamo unito l’esperienza alla gioventù e col tempo si è creata la giusta amalgama".

Visto il percorso dell’ultimo periodo, c’è del rammarico per non essere riusciti ad agganciare i playoff?

"Ripeto, non era facile all’inizio, in rosa c’erano tanti ragazzi giovani e una piazza come Ferrara comunque ti mette pressione, a maggior ragione dopo una retrocessione. Da gennaio in poi ci siamo rimessi in sesto e sono convinto che avremmo potuto raggiungere i playoff: c’è un pizzico di rammarico ma allo stesso tempo poche settimane fa avremmo firmato per salvarci ad una giornata dalla fine".

Oltre all’aspetto mentale, su cosa Di Carlo ha inciso di più?

"Il cambio di modulo ha portato più compattezza, prima non riuscivamo a segnare e allo stesso tempo subivamo troppi gol. E’ stato bravo a capire cosa ci serviva in quel momento, a leggere determinate situazioni e a dare fiducia ad alcuni giocatori che fino ad allora avevano trovato meno spazio".

Un suo giudizio sui tanti giovani in rosa?

"Sono tutti prospetti interessanti, penso a Rao e Nador, entrambi hanno del potenziale davvero importante. Anche Contiliano è un giocatore di livello, così come Saiani, sono convinto possano fare tutti strada: sicuramente sono nel posto giusto, qua ti senti già un giocatore vero, perché hai possibilità di giocare e di essere protagonista".

Rifirmerebbe per la Spal? "Avevo altre due o tre squadre in cui potevo andare, anche in Serie B, ma quando mi è capitato di venire a giocare a Ferrara era una piazza che mi rimaneva sempre impressa. Forse perché ho giocato anche a Bologna, sono posti in cui il calcio si respira dalla mattina alla sera: quando entri al ‘Mazza’ e vedi questi tifosi sei sempre stimolato. Me lo sentivo che prima o poi sarei passato di qua: si era aperto un canale già la passata stagione, poi non se ne fece nulla, e a gennaio ho colto l’opportunità".