Vogaposse, in canoa da Torino al mar Adriatico

In canoa da Torino al mare Adriatico alla riscoperta del fiume Po e per sostenere la Romagna. Dopo la prima edizione, che ha riscosso successo di partecipazione e il raggiungimento degli obiettivi prefissati, tutto pronto per la partenza della Vogaposse 2023. Una regata a impatto zero alla riscoperta del fiume Po e con una finalità solidale. La partenza è prevista per oggi con arrivo al Delta del Po il 4 giugno. Gli equipaggi navigano a remi e i mezzi che seguono assistendo i regatanti sono a bassa emissione. Il ricavato sarà devoluto interamente a favore delle popolazioni alluvionate della Romagna. La partenza di questa edizione è a Torino, storica ex capitale, quarta città d’Italia e agglomerato urbano più grande sulla riva del fiume; città dalla forte tradizione remiera con parecchie società di canottieri. Queste sulla scia del Vogaposse dello scorso anno, stanno programmando di seguire i partecipanti lungo il tragitto, dando più forza all’iniziativa. Il percorso vuole coprire tutto il tratto navigabile del fiume, da Torino al Delta, arrivando simbolicamente allo sbocco in mare Adriatico del ramo principale del grande fiume. La partenza, quindi, è per oggi da Torino, la seconda tappa partirà da Casale di Monferrato, poi le altre tappe 55km arrivo a Sennazzaro de Burgondi, 73km Calendasco, 55km Cremona, 73km Guastalla, 62km Revere, 72km Polesella (con passaggio per Ferrara), 69km Boccasette, 36km Delta del Po. Vogaposse 2023 vuole riportare l’attenzione sui problemi del Po, in particolare la siccità e l’ecosostenibilità dell’ambiente. "Vuole essere un’occasione per aumentare la consapevolezza – spiega Gigi Radice, tra i promotori dell’iniziativa – che valorizzare un patrimonio naturale che per secoli è stato anima e fulcro di un territorio e motivo della sua prosperità, deve essere una priorità per tutti. Non solo sport, quindi, solidarietà verso la Romagna ed anche la testimonianza della bellezza, della ricchezza, della storia e della fragilità del fiume Po e del suo ecosistema".

Mario Tosatti

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