Fibromialgia al centro. Incontri in biblioteca

Ad aprile partono gruppi psico-educativi aperti ai cittadini sulla malattia

La fibromialgia è una malattia difficile da diagnosticare e che può essere causa di importanti problematiche collegate al dolore. In Emilia-Romagna le persone che ne soffrono sono quasi 90mila, in Italia due milioni, di cui il 75% donne. L’Ausl, in collaborazione con l’Associazione malati reumatici Emilia-Romagna, ha organizzato dei gruppi psico-educativi ad hoc aperti ai cittadini che inizieranno a partire da aprile.

L’attività fornisce una serie di informazioni e stimoli alla persona per la gestione consapevole della malattia e delle sue conseguenze. Non è quindi un semplice dare informazioni sul disturbo, sulla sintomatologia e sui farmaci assunti. Il concetto di base è che il miglioramento della consapevolezza si può raggiungere attraverso la condivisione e il coinvolgimento attivo, fondato su una relazione dove la conduttrice funge da facilitatrice.

Appuntamento nella sala biblioteca della Casa della comunità di Castel San Pietro. Primo gruppo: martedì dalle 9.30 alle 11 il 2, 9, 16, 23 e 30 aprile e il 7, 14 e 21 maggio. Secondo gruppo: venerdì dalle 14.30 alle 16 il 5, 12, 19, aprile e il 3, 10, 17, 24 e 31 maggio. Informazioni e iscrizioni: m.grippo@ausl.imola.bo.it - dr.ssa Manuela Grippo (psicologa, psicoterapeuta).

"Non si nasce con la fibromialgia ma alcuni fattori, in particolare traumi emotivi o eventi stressanti dal punto di vista fisico o psicologico (un lutto, una separazione, una violenza, ecc..), possono determinarne e/o facilitarne l’insorgenza – spiega la dottoressa Malvina Mazzotta, responsabile del programma aziendale Psicologia clinica e di comunità dell’Ausl –. L’approccio terapeutico è innanzitutto non farmacologico e sono di tre tipi: l’attività aerobica, come ad esempio camminata veloce, bicicletta, ballo e soprattutto ginnastica in acqua termale, è un primo efficace metodo di affrontare la malattia, perché liberando endorfine si hanno risultati positivi sulle prestazioni fisiche e mentali, oltre che sui sintomi. Il secondo è una terapia cognitivo comportamentale, effettuata da psicologi dedicati, che aiuta ad avere un atteggiamento differente davanti ai sintomi, aumentando la capacità di reagire e migliorando l’umore, con una riduzione del dolore percepito; infine, il terzo riguarda una nutrizione sana, priva di alimenti che favoriscano le infiammazioni, e anche tecniche di rilassamento mentale (meditazione, mindfullness) e fisico (Tai Chi, ginnastica posturale), tutti accorgimenti utili che possono migliorare i sintomi. Solo nei casi più gravi, o quando tutto questo non abbia funzionato, si rende necessario l’utilizzo dei farmaci".