ENRICO AGNESSI
Cronaca

In ricordo di sei deportati . Posate le ‘Pietre d’inciampo’ : "Simbolo di memoria diffusa"

Le ’mattonelle’ ricoperte di ottone lucente sono state ideate dall’artista Gunter Demnig. La giunta: "Hanno lottato per la libertà lasciando un segno indelebile sulla comunità".

Le ’mattonelle’ ricoperte di ottone lucente sono state ideate dall’artista Gunter Demnig. La giunta: "Hanno lottato per la libertà lasciando un segno indelebile sulla comunità".

Le ’mattonelle’ ricoperte di ottone lucente sono state ideate dall’artista Gunter Demnig. La giunta: "Hanno lottato per la libertà lasciando un segno indelebile sulla comunità".

Emozione ieri mattina in centro storico per la cerimonia di posa delle ‘Pietre d’inciampo’ davanti alla porta dell’ultima residenza di sei imolesi deportati nei campi di sterminio nazisti. Si tratta di piccoli blocchi di pietra ricoperti di ottone lucente (10x10 centimetri) che riportano nome, anno di nascita, giorno e luogo di deportazione e data di morte, come monito per non dimenticare.

In via Cererie 11 è stato ricordato Antonio Morini, entrato a Mauthausen a soli 17 anni e mai più tornato. In via Giovanni da Imola, ai civici 7 e 9, abitavano invece Sante Noferini e Cleo Ricchi, morti a 17 e 21 anni sempre nei campi di concentramento, dove erano entrati a seguito di un rastrellamento a Imola da parte delle truppe tedesche. Stessa sorte toccata a Secondo Ravanelli, morto a 41 anni dopo mesi di lavori forzati oltre confine, che abitava in via Mameli 20. E a Giorgio Zomparelli, residente in via IX Febbraio 15 e morto a 29 anni sempre a Mauthausen.

La storia più nota è però quella di Walter Tampieri, alla cui memoria è stata dedicata la pietra di inciampo in via Cavour 92. Impiegato alla Cogne, militò nella brigata Sap Imola. Prese parte alla redazione de ‘La Comune’, il quindicinale del Pci locale, e di ‘Vent’anni’, il periodico del Fronte della Gioventù di Imola. Dei due giornali clandestini curava la battitura a macchina degli articoli su matrici di carta cerata, che venivano poi applicate al ciclostile per la stampa. A seguito di una delazione, venne arrestato il 29 novembre 1944 dai fascisti. Nella sua abitazione, furono trovate le matrici già preparate e pronte per la stampa del numero 25 de ‘La Comune’ e del numero 4 di ‘Vent’anni’. Vennero pure scoperti gli elenchi dei macchinari che i tedeschi avevano portato via dalla Cogne e trasportato in Germania. Tampieri li aveva compilati per poterli recuperare alla fine della guerra. Risulta deceduto il 24 marzo 1945 a Mauthausen. Aveva 24 anni.

L’iniziativa è stata curata da Cidra, Aned, Comune e Anpi e con il contributo di Bcc ravennate, forlivese e imolese.

Durante la posa, performance a cura della classe 5H del liceo linguistico Alessandro da Imola. Chiusura evento alle Carducci con l’illustrazione dei documenti dei deportati imolesi conservati nell’archivio scolastico e le esibizioni dell’Innocenzo da Imola Ensemble e del coro giovanile imolese Gio.I. Presenti, tra gli altri, il sindaco Marco Panieri, l’assessore alla Cultura, Giacomo Gambi, e Roberta Dall’Osso, presidente di Aned Imola. Assente invece Gunter Demnig, artista tedesco ideatore delle Pietre d’Inciampo, rimasto in Germania per motivi di salute.

"Le Pietre d’inciampo rappresentano un potente simbolo di memoria diffusa – commentano il sindaco Panieri e l’assessore Gambi –. A Imola la loro installazione non è solo un atto di commemorazione, ma un tassello fondamentale nella costruzione di una memoria comune delle atrocità nazifasciste. Ricordare significa riconoscere le storie di coloro che hanno subito deportazione, tortura e morte per le loro idee, per la loro resistenza o per il solo fatto di esistere. Significa anche educare le nuove generazioni alla consapevolezza storica, affinché le tragedie del passato non si ripetano. Le storie dei deportati imolesi, ciascuno dei quali ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità, sono indelebili come le pietre che le ricorderanno da oggi".

red. cro.