ENRICO AGNESSI
Cronaca

La richiesta di Carapia (FdI): "Fate luce sul rogo alla centrale"

Il consigliere comunale non si accontenta della spiegazione fornita dal sindaco: "Dice sempre ’tutto a posto’"

Il consigliere comunale non si accontenta della spiegazione fornita dal sindaco: "Dice sempre ’tutto a posto’"

Il consigliere comunale non si accontenta della spiegazione fornita dal sindaco: "Dice sempre ’tutto a posto’"

A quasi due mesi dall’incendio alla centrale Hera di via Casalegno (era la sera del 21 novembre), il Comune rassicura sugli effetti di quel rogo. Simone Carapia (Fratelli d’Italia), che tramite una interrogazione a risposta scritta aveva chiesto di fare luce sulla vicenda, non si accontenta però della ricostruzione arrivata dal Municipio. E, in assenza di una spiegazione ufficiale sulle cause che hanno scatenato le fiamme, torna all’attacco.

"Arpae ha effettuato misurazioni immediate della qualità dell’aria tramite rilevatori di composti organici volatili nelle immediate vicinanze della zona interessata e in altri punti significativi, tra cui la scuola materna di Pontesanto – scrive il primo cittadino dando riscontro all’interrogazione del consigliere comunale di opposizione –. I valori rilevati, compresi tra 0,001 e 0,066 ppm, non hanno evidenziato concentrazioni anomale legate all’incendio".

Sempre secondo quanto ricostruito da Panieri, durante l’incendio e nei giorni successivi, "Arpae ha continuato a monitorare la situazione, adottando misure per il contenimento e la gestione delle acque di spegnimento, che sono state raccolte e smaltite tramite ditte specializzate. L’incendio – assicura il primo cittadino – è stato gestito in conformità con le disposizioni di sicurezza previste e il rispetto delle normative ambientali".

Infine, un passaggio sulla decisione di non adottare provvedimenti nei confronti dei residenti. "I risultati delle rilevazioni sono stati trasmessi alle autorità competenti, inclusa l’Ausl – riferisce Panieri –. Sulla base dei dati, non sono state riscontrate condizioni tali da richiedere misure straordinarie di allerta o prevenzione". Detto questo, "l’Amministrazione comunale continuerà a monitorare la situazione in collaborazione con le autorità, assicurando che tutte le operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti residui dell’incendio siano condotte in conformità alle norme".

Come detto all’inizio, parole che non convincono Carapia. "La risposta ricevuta non è assolutamente tranquillizzante perché troppo ‘semplice’: va tutto bene – protesta il meloniano –. È un tipo di risposta non ricevibile. Risulta che la copertura sia costituita da travi in legno lamellare e da lana di roccia. Sono materiali resistenti al fuoco che carbonizzano e non bruciano. Dai filmati ben si vedono fiamme molto alte fuoriuscire dalla copertura e quindi si rinnova la domanda: cosa bruciava da provocare quelle fiamme?". Secondo Carapia, siamo di fronte a una vicenda che "ha gli stessi stilemi delle intossicazioni alle Orsini e della legionella al liceo scientifico: ci sono oggettivi allarmi – conclude il consigliere –, ma poi ci troviamo il solito Panieri che dice: ‘Tutto a posto’".

Enrico Agnessi