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Sangiorgi, l’artefice dell’ultima serie A di Imola: "La Clai farà da volano per il movimento"

Volley femminile, l’ex tecnico del leggendario Famila: "L’altra sera il PalaRuscello era pieno di gente, come quando riempivamo il Ruggi"

Sangiorgi, l’artefice dell’ultima serie A: "La Clai farà da volano per il movimento"

La promozione della Csi Clai Imola in serie A2, arrivata qualche giorno fa al PalaRuscello con la netta affermazione per 3 a 0 contro il Villa Cortese, ha ridato un impulso vitale al cuore degli appassionati di volley della città. Già, perché bisogna riportare indietro le lancette del tempo di ben 24 anni per trovare la più grande gioia pallavolistica vissuta alle latitudini imolesi. Era il 20 maggio 2000 e, al PalaRuggi, il Famila di coach Mario Sangiorgi conquistava la massima serie dopo una vittoria al cardiopalmo in cinque set contro Trecate in gara 3 di finale play off.

Sangiorgi, quanto vale l’impresa della Csi Clai?

"Tantissimo, anche perché i tempi sono cambiati molto da allora quando in zona c’erano 4 o 5 squadre di B1 di buon livello. Oggi non è più così e la Csi Clai ha tutte le carte in regola per diventare la società di riferimento di un ampio bacino territoriale".

Una stagione tutta al vertice.

"Una prova di forza importante. Risultati di questo genere si ottengono soltanto con una mirata programmazione ed una bella organizzazione. In casa Csi Clai ho visto tante persone lavorare unite, lontano dalle luci dei riflettori, per centrare il meritato salto di qualità e categoria".

Analogie con il suo Famila?

"Il nostro fu un successo inatteso con una formazione costruita per centrare la tranquilla salvezza in A2. Il classico anno magico, partito malissimo, con gli ingredienti che andarono tutti al posto giusto. Le giocatrici tirarono fuori una determinazione incredibile. La Csi Clai ha mostrato un’intensità di gioco significativa e mentalità vincente".

Bravo lei allora. E Caliendo quest’anno.

"Caliendo merita un applauso. Ci sono allenatori più bravi di altri a creare certe alchimie. I migliori in tal senso? Santarelli nel volley e Ancelotti nel calcio".

Una promozione che si riflette sugli equilibri della città. Dal boom di pubblico alla speranza di nuovi investitori.

"L’altra sera il PalaRuscello era pieno di gente così come il Famila riempì il Ruggi. Il modo migliore per rimarcare il forte legame tra Imola e la pallavolo. Uno sport praticato ogni giorno da centinaia di giovani imolesi".

E sul fronte delle risorse?

"Il campionato di serie A2 ha costi rilevanti. Sarà importante fortificare dal punto di vista economico una struttura che ha già basi solide per salvaguardare nel tempo un progetto interessante. Non mi aspetto, però, grandi investitori in arrivo dalla città. Le nostre aziende più grosse guardano altrove. Servirebbe più sostegno anche da parte delle federazioni".

Cosa servirà per stare in A2?

"Qualche rinforzo mirato e la capacità di non sbagliare la scelta delle giocatrici italiane sulle quali puntare forte. Poi, cavalcare l’entusiasmo per impostare un lavoro concreto di crescita. La salvezza il primo anno potrebbe già essere un bel traguardo".

La promozione è un volano per il movimento giovanile.

"Sì, succede la stessa cosa sulla scia dei risultati positivi della Nazionale. La Csi Clai ha un settore giovanile già strutturato da società di vertice. Bisognerebbe limitare al massimo, però, il rischio di frammentazione dell’offerta cittadina".

Ci spieghi.

"Ci vorrebbero due opzioni a livello giovanile: una di alto livello come fucina di categoria e l’altra pronta a sviluppare un lavoro importantissimo sulle basi della pallavolo. Ma servono anche tecnici bravi da vivaio e arbitri validi, figure sempre più latitanti. Non meno importanti gli spazi e gli orari disponibili nelle palestre imolesi per operare al meglio per fasce d’età".

Altro?

"Sogno sempre un progetto comune tra tutte le realtà cittadine per non disperdere energie, talenti e risorse. Bello da dirsi, difficilissimo da farsi. Un po’ come nel basket e nel calcio".

Oggi Mario Sangiorgi cosa fa?

"Alleno il Volley Castello in serie C. Siamo reduci da un buon sesto posto ia quattro punti dalla terza piazza. Sono contento perché è un bel percorso che strizza l’occhio alla stabilità e alla crescita della squadra".

Mattia Grandi