Imola, 10 settembre 2023 – Parte dalla Galleria del centro cittadino la lunga marcia di avvicinamento di Fratelli d’Italia alle elezioni amministrative del 2024. Si voterà, come noto, in otto Comuni del circondario su dieci: tutti tranne il più grande (Imola) e il più piccolo (Castel del Rio). E, così, ieri mattina, a poco meno di un anno dall’insediamento della premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, i vertici provinciali del partito hanno fatto tappa sotto l’Orologio davanti a un centinaio di fedelissimi. Obiettivo: fare il punto dopo quasi dodici mesi di governo di centrodestra e chiamare alla mobilitazione il popolo imolese di FdI in vista del 2024, quando si andrà alle urne anche per le Europee. "Il voto del prossimo anno è un’occasione per cambiare le cose, proporre una nuova idea di territorio in antitesi a quella sinistra che qui governa da sempre – avverte Nicolas Vacchi, coordinatore di Fratelli d’Italia nel circondario e capogruppo in Comune a Imola –. Ma servirà l’impegno di tutti". Oltre a Vacchi, presenti ieri mattina in centro storico il deputato Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Diego Baccilieri, capogruppo FdI in Città metropolitana di Bologna e coordinatore provinciale del partito; Stefano Cavedagna, capogruppo FdI in Comune a Bologna e portavoce di Gioventù Nazionale; Marta Evangelisti, capogruppo FdI in Regione e il senatore di FdI Marco Lisei.
«Credo che di questo governo si possa andare più che orgogliosi – rivendica proprio Lisei –. Tanti obiettivi sono stati raggiunti, anche se un giudizio compiuto lo si potrà dare alla fine dei cinque anni che ci porteranno al miglioramento di questo Paese. Spesso, inghiottititi dalla narrazione della sinistra, ci dimentichiamo di quanto di buono sia stato fatto. Poi è chiaro che bisogna rimboccarsi le maniche, perché il programma è lungo e intenso. Ma i risultati sono arrivati e continueranno ad arrivare". Poi la parola a Bignami. "Questo non è un governo gradito a quei poteri forti e a quelle nomenclature che volevano un’Italia supina – afferma il vice ministro –. E che anzi hanno tutto l’interesse affinché questa esperienza finisca il più presto possibile. Ma questo è un esecutivo di legislatura, che vuole andare avanti cinque anni senza ‘soluzioni pappone’".
Infine, l’immancabile stoccata al centrosinistra, che a Roma è la principale forza di opposizione mentre qui amministra tanto a livello comunale quanto regionale. "Sono strabiliato dalla loro faccia tosta – protesta Bignami –. Per dodici anni hanno creato solo problemi e ora, da dieci mesi a questa parte, vengono a proporci soluzioni a quanto di male hanno creato. È esattamente quanto successo in Emilia-Romagna con l’alluvione: ci chiedono i risarcimenti, e arriveranno fino all’ultimo centesimo; ma bisogna riconoscere che qui, nel nome dell’ambientalismo, sono stati trascurati argini e boschi. E chi sbaglia deve pagare".