Il filosofo Ludwig Wittgenstein diceva che il significato di una parola è l'uso che se ne fa, indicando il forte carattere convenzionale del linguaggio. Drammaticamente lo stiamo vedendo oggi con le guerre che insanguinano il mondo, a partire dal Medio Oriente, dove la tregua a Gaza si è trasformata in un massacro peggiore di prima, per arrivare all'Europa, dove l'Ucraina viene bombardata quotidianamente, e la tregua viene limitata alle sole centrali elettriche permettendo di devastare il resto.
Ho il forte sospetto che questi cambiamenti etimologici non si fermeranno soltanto alla parola tregua, ma riguarderanno anche un'altra parola, ossia la pace. Risulta evidente infatti che la pace non sarà più quella di prima, ma indicherà un confronto con Paesi ostili che dovranno essere contenuti e bloccati con un forte riarmo delle democrazie, costrette a una corsa agli armamenti inedita e impensabile fino a qualche anno fa.
Cristiano Martorella